Topi nei sacchi di farina e piccioni che volano sopra le impastatrici. Quando i carabinieri dei Nas hanno fatto il loro ingresso nel laboratorio di un panificio in viale Jenner, a Milano, si sono trovati davanti una scena surreale: farina di grano e di crusca abbandonata tra polvere d’intonaco ed escrementi di topo. Pagnotte vecchie lasciate ad ammuffire sopra i macchinari. Piccioni in volo sopra le impastatrici. E ancora confezioni di piadine impacchettate e pronte per la spedizione, benché prive della necessaria etichettatura con la data di produzione.
Questo il risultato, secondo quanto ipotizzato dai militari, di soli tre giorni di lavoro all’interno di un’attività, in pessime condizioni igieniche, che riforniva numerosi ristoranti kebab della città. Già in passato il luogo era stato segnalato all’Asl per diverse irregolarità, eppure nessuna ispezione aveva mai potuto certificarle dal momento che il laboratorio risultava spesso chiuso o, comunque, inaccessibile. Così a fargli visita, lo scorso giovedì 5 dicembre, ci hanno pensato gli uomini dei Nas guidati dal comandante Salvatore Pignatelli.
La mattina quattro militari si sono presentati davanti all’ingresso di via Giuseppe Guerzoni e, accolti dall’unico dipendente lì presente, hanno visitato un ambiente lavorativo assolutamente inadatto alla produzione di alimenti. Oltre alle terribili condizioni igieniche riscontrate, infatti, la struttura stessa era soggetta ad alcuni lavori di ristrutturazione con scale a pioli appoggiate un po’ ovunque lungo le pareti.
I macchinari per la produzione non venivano puliti da lungo tempo, mentre le materie prime - quasi una tonnellata e mezza tra farina di grano e di crusca - erano conservate, senza cautela alcuna, all’interno di casse di legno aperte e facilmente accessibili per qualsiasi tipo di animale. Coadiuvati dagli operatori dell’Ats (Agenzia di tutela della salute), i carabinieri dei Nas hanno proceduto a chiudere l’attività e sequestrare tutto ciò che è stato trovato sul posto.
Un bottino di 14 sacchi di farina di crusca (da 25 chili l’uno) e 11 di normale farina di grano, più altri 17 sacchi della stessa qualità ma di peso doppio. Sono state portate via anche le duecento confezioni già pronte per essere spedite ai clienti milanesi: complessivamente, più di cento chili di pane arabo e piadine con cui di solito si avvolgono kebab e falafel nei diversi street food aperti la notte fino a tarda ora.
A finire nei guai un cittadino egiziano di 44 anni, residente a Vigevano e titolare di una società che gestisce anche altri laboratori simili.
Tanto che si può facilmente prevedere come in futuro le indagini dei Nas si estenderanno non solo alle altre attività che fanno capo all’imprenditore egiziano, ma anche ai ristoranti - il numero esatto non è ancora stato calcolato - che si rifornivano presso il panificio all’ingrosso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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