«Il punto è questo: noi siamo coscienziosi e rispettiamo le regole, ma non è detto che tutti lo facciano. Quel che è successo a noi dimostra che qualcosa non funziona, ed è un pericolo». Ciò che non funziona è che il figlio grande ora è negativo, ma il suo Pass lo terrebbe ancora bloccato, mentre i genitori sono positivi, ma i loro Pass non è stato bloccato, quindi se sono isolati a casa, in definitiva, è solo per «scelta» e senso di responsabilità.
Andrea racconta senza rabbia questa vicenda surreale che gli è appena capitata. Il tono contiene semmai una punta di indignazione e di sorpresa, perché lui non è certo un «No Pass», o tanto meno un «No Vax». Ha seguito con ragionevolezza e pazienza le varie disposizioni che si sono succedute, senza contestazioni particolari, senza posizioni da sposare, difendere o bocciare per partito preso. «Io credevo e in parte credo ancora nel sistema del Green pass - spiega - e mi rendo anche conto della difficoltà del momento, ma così non va».
Piuttosto indifferente alle questioni della politica, Andrea ha un lavoro interessante, una bella casa nel Pavese, una moglie e tre figli dai 7 ai 14 anni. Le peripezie di questo biennio incredibile le hanno affrontate insieme, senza troppi problemi in fin dei conti. Si potrebbe dire che la loro vicenda è paradigmatica, avendo vissuto in modo esemplare tutti i passaggi della pandemia, dall'ansia iniziale alla liberazione, passando per ondate, «dad», «smart» e tamponi. Andrea ha sempre viaggiato molto per lavoro, e il Covid lo ha già preso nel 2020, quando il virus era particolarmente aggressivo e la sanità particolarmente impreparata. Lui già allora lo ha contratto quasi asintomatico, senza conseguenze. È stato contagiato probabilmente nel corso di un normale incontro di lavoro con un collega, e in seguito ha fatto tutte le vaccinazioni.
Nel frattempo ha sostanzialmente rinunciato ai viaggi, a malincuore - soprattutto quelli di piacere, con il resto della famiglia. Anche in queste ultime vacanze, la possibilità di partire e trascorrere il Natale in qualche posto lontano, o magari esotico, è stata scartata alla fine con realismo - vista la situazione generale - a vantaggio di un più breve, prudente e sicuro ritorno in Toscana. Ed è stato proprio nel corso di questo breve viaggio che è cominciata qualche avvisaglia di sintomi nel figlio grande, puntualmente confermata da un tampone subito eseguito all'arrivo. Positivo.
La breve, sfortunata vacanza si è subito interrotta in modo rocambolesco, ed è cominciato il viaggio di ritorno. Neanche il tempo di fare la spesa, che peraltro nei giorni critici del Natale non veniva neanche consegnata a casa, a causa delle lunghissime code generatesi «on line», con moltissimi a casa isolati o in quarantena come loro. A poco a poco sono risultati positivi anche gli altri. Poi il figlio grande si è negativizzato, eppure il suo Green Pass ha continuato a bloccarlo, forse per un problema di comunicazione fra Regioni. E al contrario il Pass dei genitori, positivi, non è stato sospeso. Solo ieri è stato bloccato, con una settimana di ritardo.
Loro sono tutti in salute, e alla fine questo è ciò che conta. In effetti, però, questa storia qualcosa di inquietante e surreale ce l'ha. «Noi siamo positivi - sottolinea - ma per una settimana avremmo potuto liberamente uscire senza che nessuno ci dicesse niente. Non lo abbiamo fatto per scrupolo e coscienza civica.
Invece Antonio, che ora si è negativizzato ed è anche vaccinato con due dosi, dovrebbe essere libero di muoversi a tutti gli effetti è invece in teoria resta bloccato a casa, o meglio lo sarebbe a causa del suo Pass non aggiornato, se noi non avessimo prodotto a scuola tutta la documentazione cartacea che attesta la sua guarigione rendendo possibile il suo ritorno». «Spero che chi di dovere metta mano subito a questi problemi, perché creano confusione, sfiducia e rischi per tutti».
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