Ferragni, sos sicurezza. Il sindaco non condivide ma deve adeguarsi: "Chiederò altri poliziotti"

Ci voleva l'influencer per far scoprire a Sala (e alla sinistra) che a Milano c'è il problema. Da anni il centrodestra denuncia violenze e pochi controlli. E il sindaco ora rincorre: "Chiederò più agenti"

Ferragni, sos sicurezza. Il sindaco non condivide ma deve adeguarsi: "Chiederò altri poliziotti"

Inchiodato da un post da quasi 30 milioni di follower il sindaco di Milano Beppe Sala è costretto a riflettere sulla situazione della insicurezza della sua città. Così se ieri, dopo l'appello lanciato da Chiara Ferragni che si è detta «angosciata e amareggiata dalla violenza che continua a esserci a Milano» facendo riferimento a furti negli appartamenti, negozi svaligiati, «persone fermate per strada con armi e derubate di tutto», il sindaco non ha proferito parola, ieri non ha potuto più far finta di nulla, a fronte anche della mole di commenti e dichiarazioni di cittadini, politici, rappresentanti delle categorie.

Sicuramente il fatto che un tale messaggio sia stato diffuso urbi et orbi da una giovane donna, cittadina milanese e del mondo, imprenditrice di successo e Ambrogino d'oro (che dal suo lussuoso appartamento è scesa, con lo sguardo, tra i milanesi comuni) non poteva passare inosservato da parte di Sala, nonostante sul tema della sicurezza abbia sempre fatto fatica. Come se l'espressione «emergenza o allarme sicurezza» fosse un tabù, un qualcosa da negare a ogni costo, anche di fronte alle atroci violenze di Capodanno in piazza Duomo, alle risse tra baby gang, alle rapine nelle vetrine di lusso in pieno giorno, alle continue e innumerevoli aggressioni ai danni dei conducenti dei mezzi pubblici. E non basta tirare fuori dal cilindro i numeri in calo di furti e rapine (-29% negli ultimi dieci anni. «Sempre meno ma sempre troppi», le parole del prefetto Renato Saccone) per liquidare il problema. Intanto perchè poco hanno a che fare con gli episodi molto gravi che continuano ad alternarsi nella nostra città e con la percezione diffusa di sicurezza che soprattutto le fasce più deboli vivono, in silenzio, limitandosi a non uscire di casa la sera. Una sconfitta terribile per un sindaco di centrosinistra che aveva e continua a fare delle periferie il suo cavallo di battaglia.

«Non rispondo» all'allarme sulla sicurezza a Milano lanciato dall'influencer Chiara Ferragni. «Le mie risposte sono sempre attraverso il lavoro - ha detto ieri Sala-. Lavoreremo ancora di più. Non condivido quello che lei dice, ma capisco che sia un tema delicato e che c'è una sensibilità della città». Finora ignorata, viene da dire.

Anche perché, se non è competenza del sindaco la sicurezza in senso stretto, è l'atteggiamento di negazione, a essere sbagliato, anche in nome del ruolo che un amministratore impone e del rispetto per le violenze subite dai suoi concittadini. E la spocchia con cui ha sempre risposto ai politici del centrodestra che chiedevano più uomini sul territorio e più controlli. «Cercheremo di fare ancora di più, ovviamente non per deresponsabilizzarci ma precisando che la sicurezza dipende anche dall'opera del Ministero. In questi giorni risentirò il ministro Lamorgese - ha continuato il sindaco -. Come avete visto noi stiamo facendo la prima parte, le prime assunzioni le abbiamo fatte, entro dicembre altri 120 agenti saranno messi in campo». Le forze promesse dal ministro dell'Interno sono arrivate «in parte, ma voglio capire quando arriveranno» nella loro totalità.

Un contingente che se sulla carta suona cospicuo, nei fatti si è ridotto a poche unità: solo alla Questura, il cuore dell'ordine pubblico e del presidio del territorio, il saldo netto da febbraio è di 28 uomini contro i 255 annunciati. Così sono mesi che il sindaco temporeggia, annunciando un pressing sul Ministero dell'Interno quando la situazione peggiora, senza poi fare nulla. Come dire anche questa non- risposta l'abbiamo già sentita.

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