Ma feste, canzoncine e balli servono solo al votificio Pd

di Carlo Maria Lomartire

Per il sindaco Beppe Sala il problema del riscatto delle

periferie è «un'ossessione». Ce lo ha ripetuto tante di quelle volte che quasi gli abbiamo creduto. Poi è arrivata la prima iniziativa concreta e ci sono cadute le braccia: con il «Bando alle periferie» il Comune, per mezzo dell'assessorato alle Politiche sociali guidato dal dinamico Pierfrancesco Majorino, ha chiesto di proporre iniziative per promuovere il riscatto e la lotta al degrado di cinque ambiti, cinque zone periferiche della città. Partecipazione entusiastica, come sempre a Milano quando si chiede, almeno apparentemente, impegno per iniziative costruttive. Arrivano ben 160 progetti presentati da quasi 500 associazioni. Gran lavoro di selezione, dunque: vengono scelti 76 progetti col punteggio necessario e tra questi solo 14 si aggiudicano il sostegno finanziario dell'Amministrazione che complessivamente ha stanziato 540mila euro (non un granché). Tutto bene dunque? Mica tanto, perché basta andare ad analizzare le caratteristiche dei progetti che hanno vinto e ci si accorge che per la maggior parte si tratta di iniziative di carattere ludico, musicale, sportivo e inevitabilmente quasi tutte a tempo. Scelta basata sul convincimento, tipicamente demagogico di sinistra, che ballando e cantando, recitando e giocando a basket in zone socialmente degradate si intraprenda la via del riscatto. Non c'erano proposte di altro tipo? Certo che c'erano, proposte orientate a formazione, apprendimento, integrazione sociale: progetti generalmente presentati da associazioni più qualificate ed estranee all'ambito dell'intrattenimento che tanto piace ai selezionatori del bando. Progetti che non sono neppure entrati in graduatoria. Come dire: di questa roba troppo seria non sappiamo che farcene. Vengono alla mente certe demagogiche, propagandistiche e molto mediatiche iniziative per il «riscatto», ad esempio, di Scampia a Napoli o dello Zen di Palermo: teatro, musica, danza, perfino scrittura creativa e mai, proprio mai formazione, orientamento professionale e altre banalità del genere. Cosa faranno questi ragazzi di Scampia e dello Zen (e quelli del Lorenteggio Giambellino) quando avranno finito di ballare, cantare e recitare? Poi, approfondendo l'analisi e sbirciando tra i progetti vincenti si scopre e francamente non è una sorpresa che per la maggior parte sono stati presentati da associazioni o gruppi che fanno capo genericamente alla sinistra e, più specificatamente a quella estrema sinistra di Majorino che organizza cortei demenziali del tipo «mandateci più immigrati». Ma non è una sorpresa: basta chiedersi perché l'assessorato alle Politiche sociali è sempre uno dei più ambìti. La risposta è che si tratta di un vero e proprio «votificio» (Majorino con più di 7.500 preferenze è il consigliere più votato del Pd) con la disponibilità di un portafoglio tra i più gonfi.

Ecco spiegato anche perché Sala è sempre così attento alle iniziative del suo assessore come quella bislacca marcia - del quale evidentemente teme la concorrenza. Intanto lascia che la sua «ossessione» per le periferia venga placata non con la lotta all'abusivismo e al degrado, non con la formazione e l'integrazione sociale ma con quattro canzonette e qualche recita.

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