"Una forma di riscatto. Il nostro salone inaugurato in piena pandemia"

Hanno aperto un salone da parrucchiere nonostante la crisi pandemica: ecco la storia di quattro imprenditori che non hanno avuto paura del fallimento

"Una forma di riscatto. Il nostro salone inaugurato in piena pandemia"

Anche la Milano imprenditoriale è rimasta bloccata per mesi dal Covid-19 che ha messo in ginocchio l'economia e il mondo intero. In controtendenza con la pandemia e il lockdown, però, c'è chi si è rimboccato le maniche scommettendo sull'apertura di un'attività nell'aprile 2021: si tratta di "Signor San", parrucchiere per uomo a due passi dal tribunale in via Donizetti. Per ilGiornale.it abbiamo parlato con Ivan Consolo, uno dei quattro soci assieme a Rocco Siliberto, Sebastiano Liso e Andrea Incontri.

Avete avuto la forza, il coraggio e la bravura di aprire dopo il lockdown, come mai questa scelta?

"Signor San è un concept store nato a Milano nell'aprile 2021 in piena pandemia e restrizioni. La gente ha vissuto un periodo nero, tutto è partito da lì. Molte aziende hanno licenziato il loro personale, altre ancora hanno visto ingenti perdite economiche. Noi abbiamo voluto aprire questa attività come una forma di riscatto, siamo stati anche noi per molto tempo in cassa integrazione. E poi per regalare un momento di benessere e relax mentale ai nostri clienti dopo molto tempo chiusi in casa".

Qual è il significato del nome del vostro negozio?

"San significa signore in giapponese, è una parola che pronunciano i giapponesi dopo ogni nome come forma di educazione e cortesia. È come sei noi dicessimo signore o signora ma loro lo mettono dopo il nome (es. Ivan San)".

È una scommessa che oggi, ormai fuori dalla pandemia, che ritenete di aver vinto?

"Reputiamo di aver vinto non tanto perché stiamo lavorando ma perché vediamo, da parte dei nostri clienti, apprezzare quello che noi facciamo. Doniamo benessere alle persone che, dopo una pandemia così, serviva molto. Tengo a precisare che cerchiamo di mantenere prezzi abbastanza bassi, in molti non hanno lavorato ma è giusto che la gente trascorra alcuni momenti di serenità a costi calmierati".

Qual è il vostro concept e che differenza c'è con gli altri saloni?

"La differenza è che ci ispiriamo molto alla tradizione orientale. Ho fatto un'esperienza di lavoro in Corea del Sud e ho vissuto esperienze di benessere al 100%. Rispetto a tutti gli altri negozi e saloni da parrucchiere che troviamo a Milano è il tipo di esperienza che offriamo, improntata sull'Oriente".

Chi si reca da voi cosa trova?

"Noi facciamo anche massaggi massoterapici con un notevole benessere per la testa che hanno una marcata impronta orientale, un po' come i massaggi thai. In futuro abbiamo intenzione di sviluppare anche un percorso di benessere a 360 gradi che riguardi anche massaggi per il viso e per il corpo seguendo sempre il filone orientale".

Quali sono i vostri progetti futuri?

"Abbiamo voglia di fornire un servizio che sia sempre più distintivo e di qualità. Abbiamo anche una linea di nostri prodotti concepita a uso esclusivo del cliente ma non ci fermeremo qui. Vorremmo aprire altri negozi ma senza diventare la classica catena di barberìe per poi tralasciare la qualità. La mia esperienza passata mi ha fatto capire che si rischia soltanto di pensare al fatturato e, automaticamente, abbattere i costi del lavoro e la qualità".

È stata la sua prima attività da imprenditore o era titolare di qualche altro salone da parrucchiere?

"No, è la mia attività imprenditoriale ma prima di Signor San ho seguito un'azienda milanese per diversi anni che si è ingrandita: partendo da un negozio ne ha aperti altri 20, una catena di barberìe".

La risposta dei clienti com'è? Siamo tornati ai livelli pre-pandemia?

"Per fortuna siamo tornati al periodo precedente al 2020, lavoriamo tanto. La gente ritorna negli uffici anche se spesso si alterna con un alcuni giorni di smart working ma ci sentiamo di dire di essere tornati come prima, non si ha più paura del virus. La nostra clientela è varia: dal bambino di un anno al signore di 70-80 anni".

Avevate fatto un piano per un eventuale fallimento legati ai rischi legati all'apertura del vostro negozio?

"Non per essere presuntuosi o arroganti ma un piano non l'abbiamo fatto, eravamo sicuri delle nostre possibilità. Sia io che Rocco lavoriamo a Milano da tanti anni, eravamo già riusciti a farci un pacchetto clienti che ci hanno seguito in tutto e per tutto. Non avevamo paura del fallimento".

Com'è la situazione negli altri saloni di Milano?

"Tutte le attività lavorano anche se in questo momento storico la gente va alla ricerca della qualità e non della quantità. Chi lavora in questo momento è chi lavora bene davvero".

Lei è siciliano, viene da Belpasso in provincia di Catania. Cosa significa per lei l'apertura del suo negozio da parrucchiere a Milano?

"Belpasso è rinata dalle propie ceneri, da una colata lavica.

La frase che viene posto sotto il simbolo della città, l'Araba Fenice, è 'Melior de cinere surgo', ossia 'risorgerò dalle mie ceneri ancora meglio'. Il motto ci rappresenta, noi siamo nati subito dopo la pandemia, quindi subito dopo un momento di distruzione di massa".

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