Ci sono novità riguardo la morte del ginecologo ucciso lo scorso sabato sera in via Mauro Macchi, angolo via Scarlatti, a Milano. Inizialmente si era battuta la pista della rapina finita in tragedia, ma anche un’altra ipotesi sarebbe sotto esame da parte degli investigatori. La figura del dottor Stefano Ansaldi, medico di Benevento tanto pianto dalle sue pazienti dopo la notizia della sua tragica scomparsa, potrebbe nascondere qualcosa. Ancora da stabilire l’ora esatta del decesso, avvenuto verosimilmente verso le 18.
Secondo quanto riportato dal Corriere vi sarebbero alcuni elementi degni di nota. Circa otto giorni prima della sua morte, la questura di Napoli, città dove il professionista svolgeva il suo lavoro di ginecologo, aveva inserito Ansaldi nel database per un soggetto positivo al Covid e segnalato. Nonostante il divieto a lasciare la propria abitazione, il ginecologo aveva lasciato la città ed era salito su un treno per raggiungere Milano, la città dove ha poi trovato la morte. Il perché avesse tanta urgenza di arrivare nel capoluogo lombardo ancora non è chiaro. Si è parlato anche di un vecchio procedimento partito dalla denuncia di una signora che aveva incolpato il ginecologo e tre suoi colleghi, per la morte della figlia appena venuta alla luce. Ma non è detto che il motivo fosse davvero questo.
L'assegno in bianco
Un’altra ipotesi riguarderebbe un assegno in bianco sparito. L’anno scorso il ginecologo aveva denunciato la scomparsa dell’assegno da lui stesso firmato a favore di una società di Malta, presente nell’elenco dell’inchiesta sugli investimenti offshore condotta dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. In quella occasione il 65enne aveva perso solo l’assegno, e non altre cose che aveva con sé, come portafoglio e documenti. L’assegno era in bianco e il contatto a Malta avrebbe dovuto scrivere la somma decisa insieme. Denunciando la sua scomparsa, Ansaldi aveva così ammesso un giro di soldi in nero e allo stesso tempo dimostrato ai suoi contatti e soci che lui l’assegno l’aveva compilato e firmato. Il giro di soldi è solo una delle piste che gli investigatori stanno seguendo, nessuna per il momento è stata esclusa.
Il ginecologo aveva un appuntamento?
Chi doveva incontrare il ginecologo quella sera in quel posto perfetto per uno scambio o anche per un omicidio? L’impalcatura del ponteggio e il buio della serata invernale rendevano difficile a chiunque vedere cosa stava accadendo. L’arma usata per il delitto, un coltello da cucina, sembra escludere un killer professionista. Ancora in piedi anche l’ipotesi della rapina finita male, infatti, nella zona poco lontana dalla Stazione centrale ne avvengono molte. Chi lavora o abita nel quartiere parla di soggetti poco raccomandabili che bazzicano per le strade limitrofe. Strano però che il ginecologo non avesse pensato di prenotare un biglietto per fare ritorno a casa, considerando il fatto che il giorno seguente tutti i treni sarebbero stati pieni.
E sembra non avesse neanche un cambio per passare la notte fuori, magari in albergo, con tanto di spazzolino e il minimo necessario per il giorno dopo. Ancora tanti i misteri che circondano questo omicidio avvenuto a pochi giorni dal Natale.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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