Giostrai bloccati e "assediati" dal Comune

Polemica su tasse e smontaggio del luna park fermo al parco Sempione

Giostrai bloccati e "assediati" dal Comune

Bloccati a Milano e «assediati» dal Comune. L'emergenza Covid ha colpito (economicamente) anche i giostrai arrivati l'8 gennaio al parco Sempione e travolti in pieno dagli eventi. Scattati i divieti, il 24 febbraio hanno dovuto spegnere le luci. «Ci siamo messi in isolamento nei caravan - spiega Amedeo Zanetti, decano del Luna Park Meneghino che conta un centinaio di persone -, una parte è su un terreno Fs in via Calvino e un'altra su un'area comunale a Lampugnano». Le giostre sono rimaste montate da allora dentro al parco. L'occupazione del suolo era pagata fino al 2 marzo, circa 11mila euro. Non potendo lasciare la città e smantellare le 57 giostre e 4 banchi dolci «abbiamo chiesto una proroga fino al 18 marzo, anche se il luna park era spento e non potevamo andar via per cause di forza maggiore». Altro bollettino, circa 2.300 euro. Peraltro, il 14 marzo il Sempione è stato chiuso con ordinanza del sindaco Beppe Sala dopo le polemiche su runner e assembramenti. Ma il 19 è arrivata una lettera dalla Direzione sportello unico eventi per sollecitare la rimozione delle giostre. «Consci della situazione emergenziale» proponeva di scaglionare lo smontaggio «in un arco massimo di 10-15 giorni» periodo nel quale il pagamento della Cosap non sarebbe stato sospeso ma solo «differito fino al 30 settembre». E l'avvertenza che «se proseguirà l'occupazione abusiva» scatteranno sanzioni e rimozione forzata. Gli operatori hanno inviato una lettera al settore per «rimarcare che il parco «è inibito» e «la presenza non è libera scelta ma conseguenza della seria e gravissima emergenza, chiediamo che per cause di forza maggiore non venga applicato il canone anche perchè sono strutture senza ritorno economico». Ma giorni fa hanno ricevuto anche il bollettino per l'occupazione dal 19 al 21 marzo (altri 1.348 euro), prima che scattasse il decreto del governo che ha imposto il blocco cantieri. Storia finita? Ancora no. Il 2 aprile, nuova lettera che impone di presentare entro una settimana «il piano di rimozione a partire dal 14 aprile», quando scadrà l'ultimo decreto, che quasi certamente sarà prorogato. Zanetti ha perso la pazienza e scritto direttamente al sindaco: «Gli operatori sono isolati nei caravan. In piena emergenza sanitaria ed economica è sciacallaggio accanirsi su attività già precarie». Ribadisce che è impossibile fissare ora un cronoprogramma ma «il Comune sa bene che impieghiamo un paio di giorni per liberare il parco, appena ci saranno le condizioni sanitarie procederemo». Aggiunge che Fs «comprendendo la situazione» ha concesso l'area di via Calvino a una tariffa «molto agevolata», il Comune a prezzo pieno.

Il consigliere di Forza Italia Gianluca Comazzi sottolinea che i giostrai «hanno già pagato migliaia di euro per una concessione che non hanno potuto sfruttare appieno. Sala conceda una moratoria per il periodo di lockdown e basta con i provvedimenti kafkiani».

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