La battaglia anti-casta dei grillini ha già il fiatone. A giudicare da quel che accade in Zona 3, gli esponenti del Movimento 5 stell una volta entrati nelle istituzioni non si comportano in modo tanto diversi da quei politici che a parole vogliono mandare «a casa». Gli Uffici di Zona 3 hanno pubblicato la seconda parte dei dati relativi alle presenze dei consiglieri durante le sedute dell'anno scorso. I dati relativi all'intero 2012 sono citati dal sito «Qui zona» del consigliere Pdl Gianluca Boari e pubblicati anche nella pagina dedicata alla Zona 3 nel sito del Comune di Milano. Mettendo insieme i dati risulta che i tre consiglieri che hanno partecipato al maggior numero di sedute di Consiglio sono Renato Sacristani (il presidente di Zona, di Rifondazione Comunista), Pierangelo Rovelli e Sara Rossin (del Partito Democratico). Il primato del presidente è comprensibile: Sacristani ha totalizzato 70 presenze su 73 sedute, partecipando al 96% del totale e votando il 94% dei documenti poretati in discussione. Rovelli - lo spiega Boari - è il capogruppo del Pd e ha partecipato a 69 sedute su 73, pari al 94% del totale e votando il 95% delle delibere. Rossin è vicepresidente del Consiglio (Pd), ha partecipato a 68 sedute su 73, pari al 93% delle riunioni, votando il 91% delle delibere.
La sorpresa arriva scorrendo la classifica e andando alle ultime posizioni. Lo spiega ancora Boari: i consiglieri che hanno partecipato meno assiduamente alle sedute di Consiglio, essendo stati presenti a meno della metà delle riunioni, sono Francesco Bosi (del Popolo della Libertà), Andrea Pilati (di Fratelli d'Italia ex Lega Nord), Elena Re e Patrizia Bedori (Movimento 5 Stelle). Bosi è stato presente a 19 sedute su 73 votando 23 delibere su 173, vale a dire il 26% delle riunioni e il 13% dei documenti in discussione. Pilati ha collezionato 24 presenze su 73 riunioni votando 32 delibere su 173, equivalenti al 33% del totale delle sedute e al 18% delle delibere. Ma il centrodestra non ha mai avuto l'ambizione di «mandare a casa» tutti gli inquilini del «Palazzo» considerandoli «indegni» o peggio, per via del loro comportamento nelle istituzioni. I grillini invece sì, e quindi sorprende un po' il loro dato.
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