Viale Ungheria e dintorni in una domenica come tante è molto diversa da un giorno qualsiasi di un paio di mesi fa. Quando un folto gruppo di circa 250 rom - i nomadi di via Dione Cassio, installatisi abusivamente dall'aprile 2012 nell'immensa area dismessa occupata fino agli anni Novanta dalle sedi di vecchie società di autotrasporti - vennero sgomberati dopo una settimana di presidi e manifestazioni organizzati a tambur battente dalla gente del quartiere. Che, caso unico a Milano, è riuscita a forzare la mano al Comune e alla questura nel giro di appena sette giorni per mettere la parola fine all'immenso e ormai insostenibile degrado portato dall'accampamento e, soprattutto, a scene raccapriccianti e che spaccavano il cuore: bambini sudici e urlanti in giro per le strade in ogni stagione o donne succubi fino all'estremo dei loro uomini-padroni. Senza contare i roghi perpetui di masserizie di qualsiasi genere, gli escrementi lasciati dovunque e le colonie di topi.
Ora l'area di Dione Cassio è stata ripulita e derattizzata e si tratta di un lavoro ben fatto, nulla da eccepire. Restano le distese di tetti in eternit dell'ex accampamento (le uniche di tutta la zona piena di aziende funzionanti, ma anche di molti edifici abbandonati). Una piaga di cui qualcuno all'interno dell'Amministrazione dovrebbe decidere di farsi carico. Tuttavia il discorso rom, in zona, non è ancora concluso del tutto. E purtroppo a poco servirà, in questo senso, il centro creato apposta dal Comune in via Lombroso, nello spazio dell'ex campo sportivo Ausonia, per ospitare circa 150 dei nomadi di via Dione Cassio. Basta farsi un giro tra gli orti di via Bonfadini, dove la magnifica vegetazione, la roggia e tutta l'area (immensa) che l'ex caserma dell'aeronautica costituiscono un patrimonio naturale con immense potenzialità, per trovare baracche abitate da rom anziani e ragazzi. «Oltre 15 anni fa l'area della caserma venne venduta a una società che diede lo sfratto agli impianti dello Sporting Milano, che occupava molti ragazzi in attività ricreative creando una sana rivalità con la Macallesi calcio. Ma non ne hanno fatto più nulla, è in uno stato di totale abbandono. E i nomadi ne approfittano» spiegano i residenti. Per esempio in via Medici del Vascello, presso la sede della «Xerox», ci sono un gruppo di una decina di roulotte. «Se ti avvicini ti spacchiamo la faccia» minacciano il nostro fotografo.
Tuttavia è in via Zama che la situazione degenera. Lì ci sono dei sinti siciliani cui è stato affittato un terreno ormai proprietà di una nota famiglia di nomadi abruzzesi, stanziali da più di 50 anni, in forza di una sentenza di usucapione. Sinti che ora hanno venduto delle baracche proprio ad alcuni rom che prima se ne stavano in via Dione Cassio. L'acqua dell'accampamento arriva in strada, i topi pure.
I rom sgomberati ad aprile non ci sono: hanno saputo che in giro circola la voce del loro ritorno in zona. Così entrano nelle baracche solo al calar del sole. Quando i tigli di viale Ungheria, dalla chioma talmente folta da nascondere persino l'illuminazione serale, rendono la strada buia e pericolosa.
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