Eccoli qua, finalmente insieme sul palcoscenico. Toni Servillo, numero uno del panorama attoriale italiano, e suo fratello Peppe, raffinato compositore e interprete della tradizione musicale del Sud del mondo. A riunire i percorsi di due artisti imbevuti dell'humus del miglior teatro napoletano non poteva essere che Eduardo De Filippo, «il più straordinario e forse l'ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare», come lo ha definito Toni che torna al Piccolo Teatro Grassi a undici anni dal suo fortunato Sabato domenica e lunedì. «Potevo viverne di rendita, ma era tempo di sfidare nuovamente il mito di Eduardo» dice l'attore che è ovviamente anche regista dello spettacolo, «come un primo violino può esserlo di un'orchestra d'archi». E nell'«orchestra», che porta in scena domani Le voci di dentro, stavolta c'è pure suo fratello, direttore di quell'altra fortunata orchestra che porta il nome di Avion Travel. Peppe anche sul palco sarà il fratello del protagonista, alias il noleggiatore di sedie Alberto Saporito dai cui incubi trae origine una delle commedie forse più noir di De Filippo. Nera ma assolutamente contemporanea, sottolinea lo stesso Servillo, e con una morale che trova inquietanti assonanze con quella della sua ultima straordinaria interpretazione nel film Viva la libertà di Roberto Andò. Saporito - demiurgo di un delitto immaginario che porta alla luce le miserie umane e morali di una Napoli abbrutita dalle violenze della guerra - ha qualcosa in comune con la figura del filosofo Giovanni Ernani, voce della coscienza del gemello segretario di partito. Entrambi i personaggi - sottolinea Sergio Escobar - senza esito invocano chiarezza, parole che ci facciano uscire da un'oscurità divenuta mostruosamente normale. E le parole conclusive del personaggio eduardesco («un assassinio lo avete messo nelle cose normali di tutti i giorni») ricordano quelle del protagonista del film («io sono qui per far sì che domani non si dica che i tempi erano oscuri perchè loro hanno taciuto»). Le voci di dentro - in prima nazionale e reduce dalla trionfale anteprima al Theatre du Gymnase di Marsiglia - è un atteso ritorno al Piccolo per l'instancabile Servillo, dopo la turnèe mondiale di quattro anni della sua Trilogia della Villeggiatura. Ma inutile dire che Eduardo incarna un peso specifico particolare per un attore napoletano che forse più di tutti - con il dovuto rispetto per il figlio Luca - è in grado di rappresentarne il valore universale e la sublime fusione tra testo e messa in scena.
«Non è un caso - fa notare Servillo - che le sue commedie siano tra le più rappresentate a livello internazionale, lui definito da Orson Welles il migliore attore del mondo. Lontano anni luce dal teatro folclorico napoletano e anche da un certo pirandellismo, Eduardo è e rimarrà il nostro Molière. Dopo di lui c'è un teatro contemporaneo che ha smesso di parlare a tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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