«Giardino Oriana Fallaci». Il messaggio che il sindaco di Sesto San Giovanni vuol mandare è molto chiaro, come la direzione di marcia della sua amministrazione: due anni fa la città alle porte di Milano stava per avere una grande (e controversa) moschea, adesso ha un luogo pubblico intitolato alla grande giornalista e scrittrice, diventata simbolo di una riscossa morale contro la minaccia islamista e fondamentalista.
Di questo ha parlato il sindaco, Roberto Di Stefano, inaugurando il giardino, che si trova in pieno centro, a 500 metri dal Municipio, tra le vie Italia, Guerra e Manzoni, vicino a un edificio storico come villa Puricelli Guerra. Sesto è stata a lungo una città simbolo della sinistra, e una roccaforte elettorale del Pci, e poi del Pd, fino a due anni fa, quando proprio il centrodestra guidato da Di Stefano, con un robusto contributo civico ha vinto le elezioni puntando anche sul «no» al grande centro islamico che doveva sorgere in via Luini, fra incongruità tecniche e ombre mai del tutto chiarite sui finanziamenti.
E proprio la sinistra non deve aver troppo gradito la scelta, visto che alla cerimonia di ieri non si è fatto vedere nessuno dell'opposizione. Nessuna dichiarazione o polemica pubblica, a dire il vero, ma qualcuno deve aver storto la bocca, per una scelta che certo non omaggia i dettami del politicamente corretto. Di Stefano ha parlato di una donna coraggiosa e «scomoda», come Fallaci era, difficilmente catalogabile negli schemi della destra e della sinistra. Una donna libera, simbolo anche di coraggio femminile, da guardare con ammirazione dunque alla vigilia dell'8 marzo. Una figura che ha ancora molto da dire insomma: «Un simbolo anche ideologico - dicono in Comune - per chi come noi ha sempre portato avanti una politica di difesa delle nostre tradizioni (vedi consegna presepi nelle scuole)». «Siamo particolarmente orgogliosi di aver dedicato un luogo della nostra città a una grandissima italiana come Oriana Fallaci - ha commentato il sindaco - Ha onorato il nostro Paese con i suoi libri, i suoi reportage, le sue inchieste giornalistiche e le sue interviste ai grandi della Terra». «Abbiamo voluto fare questa intitolazione nel periodo della Festa della donna, - ha detto anche - proprio per ricordare una donna coraggiosa, nota in tutto il mondo».
Ma ovviamente il nome Fallaci viene associato soprattutto alla «rabbia e all'orgoglio» con cui, dopo il 2001, con un trilogia mise in guardia l'Occidente sull'attacco jihadista. «È stata lungimirante - ha detto Di Stefano - nel descrivere, in contrasto con il buonismo imperante, la minaccia del fondamentalismo islamico e la nostra debolezza nell'approccio verso gli estremisti. Dopo l'11 settembre ha descritto la minaccia del terrorismo islamico, anticipando, purtroppo, la lunga serie di attentati che ha sconvolto l'Europa e non solo. Riecheggiano ancora oggi le sue esortazioni all'Occidente a svegliarsi.
Ha difeso, con tutta la forza e passione che aveva, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra identità spesso sacrificati in nome del politicamente corretto». Per Sesto, ora, Oriana Fallaci è «ancora un simbolo e uno dei grandi nomi di cui l'Italia deve essere fiera».
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