Piovono gessetti, candele e orecchie da coniglio per esprimere cordoglio, dolore, irritazione contro l'estremismo jihadista che a Manchester ha falciato la vita di 22 ragazzi. Tutto giusto, per carità. Eppure a volte ci si chiede se oltre all'indignazione non sia necessario fare anche dell'altro, per evitare che bambini debbano soffrire l'orrore del terrorosmo.
Per esempio? Chiedetelo al Pd, che continua a candidare nelle sue liste elettorali esponenti musulmani che sollevano più di un dubbio. Come nel caso di Bilal Daaou, giovane candidato dem a Sesto San Giovanni. Come rivelato dal Giornale.it e scoperto dal candidato sindaco di centrodestra, Roberto Di Stefano, Bilal Daaou sui social network risulta simpatizzante di Al Suwaidan, un imam famoso per le sue posizioni antisemite e a favore della conquista islamica di Roma.
"Il Pd prenda posizione"
La notizia ha scatenato la reazione del centrodestra, che ora chiede "coerenza" al Pd, pronto a vomitare frasi di cordoglio dopo ogni strage ma poco attento alle idee dei suoi rappresentanti. "Leggo scontati e condivisibili attestati di solidarietà da parte di esponenti del Pd dopo l'attentato di Manchester - commenta Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia - Trovo però essenziale e urgente una presa di posizione netta del Pd in merito alla deriva dei democratici in merito ai numerosi candidati musulmani inseriti nelle loro liste". Il caso di Daaou non è infatti l'unico. L'anno scorso a Milano avvenne lo stesso per Sam Aly, iscritto nelle liste elettorali democratiche al municipio 4. Mentre Daaou ha condiviso e "consigliato vivamente" un video dell'imam estremista, Aly addirittura si era scattato una foto insieme a lui. Tutti sorridenti, nonstante Al Suwaidan abbia collezionato nel tempo diversi divieti di ingresso in Paesi come Gran Bretagna, Francia e pure Italia. Senza dimenticare la consigliera Sumaya, la cui mamma "scriveva post su Facebook inneggianti alla "resistenza", ad Hamas e alle brigate Ezzidin al-Qassam".
"Ai tempi - fa notare la Sardone - il segretario metropolitano Bussolati disse: 'È chiaro che se queste indiscrezioni fossero confermate Sam Aly non sarà candidato'. Poi Aly ritirò la sua candidatura. Ora a Sesto scoppia un caso simile, con un candidato che su Facebook 'consiglia vivamente' un video di Al Suwaidan". Ci si aspetterebbe anche qui un ritiro della candidatura. "Invece di censurare queste posizioni - attacca la consigliera di Forza Italia - il Pd sestese si dice orgoglioso dei suoi candidati. È orgoglioso di chi sostiene e consiglia un violento predicatore d'odio e teorizzatore della conquista dell'Europa? Chiediamo un intervento del Pd che chiarisca la sua posizione. Il candidato islamico sia escluso dalle liste. In tempi di terrorismo ogni ambiguità sarebbe gravissima. In caso contrario gli attestati di solidarietà dopo gli attentati non avrebbero alcun senso".
Sulla stessa linea anche Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia, che sottolinea "l'incoerenza" del "primo partito di governo". "Sono state le Forze dell'ordine a manifestare perplessità sull'organizzazione alla quale aderisce il candidato Pd - spiega la Gelmini - A questo punto è la segreteria del Pd a dover fornire delle risposte. Troppo facile cavarsela coi cartelli che al corteo di sabato invitavano all'accoglienza nella sicurezza. Si faccia carico il segretario del Pd di Bilal Daaou e spieghi agli elettori i motivi di una scelta per lo meno discutibile".
Critico Riccardo De Corato, ex vicesindaco e capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione Lombardia: "È il momento che il centrosinistra faccia i conti con le persone che gravitano al suo interno - dice - In un momento storico come quello che stiamo vivendo, con estremisti islamici che ammazzano ragazzini a un concerto, sarebbe il caso di estromettere persone che hanno legami o seguono via social persone borderline".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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