Peppino Ciresa, candidato sindaco per fare cosa?
«Ho già fatto l'amministratore: 10 anni in consiglio, 5 l'assessore al Commercio. Abbiamo fatto veramente tanto allora, le cose avevano cominciato a girare. Questo è un territorio meraviglioso, dobbiamo puntare sul turismo, ma negli ultimi 10 anni si è fermato tutto. Tanti amici mi hanno spinto ad accettare questa proposta, tanti giovani mi stanno dando una mano. Mi sono entusiasmato».
Cosa rimprovera agli uscenti?
«Mancata capacità di pensare in grande. Il lungolago doveva essere pronto, Lecco è l'unico Comune che non ha porto. Sono cose essenziali. Hanno fatto normale amministrazione. Si discute ancora di cose di cui si parlava già 25 anni fa. Noi abbiamo un programma che guarda al 2040».
Chi è Peppino Ciresa?
«Ho fatto per tutta la vita il commerciante. La mia è la quarta generazione che si occupa di panificazione e pasticceria. Ci ho messo l'anima e se dovessi tornare indietro rifarei tutto, ho avuto grandi soddisfazioni anche perché la sera, invece di stare a casa, mi sono impegnato in tante cose».
Nel sociale?
«Sono stato per 12 anni presidente del Cai, il club alpino italiano, e la sezione di Lecco è la settima in Italia. E sono stato presidente di Confcommercio per 10. Io non ho potuto studiare. Ho fatto le commerciali ma i miei avevano bisogno d'aiuto e ho iniziato a lavorare molto presto. Ho 73 anni, ho lavorato per 55. Il presidente Sangalli dice che la mia laurea l'ho presa al forno e sui marciapiedi della città. Ho fatto volontariato».
Non ha profilo facebook.
«È vero, e sono un po' imbranato per certe cose. La mia idea di solidarietà e di contatto umano non è virtuale, preferisco stare in mezzo alla gente, parlare con le persone. Giro la città a piedi. Amo molto il contatto umano e mi mancano molto l'abbraccio e la stretta di mano, da alpinista mi è sempre piaciuta».
Politicamente cosa è?
«Nella mia prima esperienza ero lì con la Dc. Mi sono molto impegnato nel mondo cattolico, ho fondato un gruppo sportivo che è il più grande della città. Nella seconda esperienza c'era già il centrodestra, mi hanno chiesto di fare l'assessore e l'ho fatto per Forza Italia. Anche ora mi supporta il centrodestra, e c'è una lista civica, creata con Antonio Rossi, il campione che ho visto nascere».
Lei è un moderato che può stare sullo stesso palco con Salvini e parla con tutti.
«Mi hanno definito sovranista perché ero con Salvini, ma non è questo. Peraltro penso che non sia come viene dipinto da tanti. Certo, fa la sua parte ma mi pare sia una persona equilibrata, che usa il cervello. Ora nessuno ti rappresenta al 100%, ora si sceglie il minore dei mali».
Priorità da sindaco?
«Grande attenzione al mondo del lavoro, che purtroppo continua ad andare indietro. Tanti negozi chiudono, noi abbiamo progetti precisi per commercio, artigianato. E poi le famiglie: tanti perdono il lavoro.
Attenzione massima, ma anche attenzione al bello. La città è abbandonata. Un tempo il lungolago era in fiore, le aiuole tenute bene. Non è più cosi. Il palazzo comunale fa spavento. Io farò rifiorire il palazzo e la città».
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