Tutto cominciò con «Shimbalaiè», la canzone brasiliana diventata il (piacevole) tormentone della scorsa estate italiana. Misteri della musica. Nel senso che l'acclamato brano della ventottenne Maria Gadù, che stasera potremo vedere (e applaudire) sul palcoscenico dell'intramontabile Festival Latinoamericando, è una tipica ballata di musica popular brasileira e potrebbe essere stata scritta venti o trent'anni fa: chessò, da Marisa Monte, Maria Bethania o Nara Leao. Un paragone, per carità, che la riempirebbe di gioia, visto che fino a tre anni fa era una perfetta sconosciuta. Ma è altrettanto vero che in questi tre anni Maria non deve certo dire grazie solo a «Shimbalaiè», parola che - come ha tranquillamente ammesso - non vuol dire assolutamente nulla. Le meteore da talent show sono più roba di casa nostra, mentre la musica d'autore in Brasile è una cosa seria e, nonostante ciò, «popolare». Beati loro. Non è dunque un caso se la cantautrice sia stata coccolata (in senso artistico) dai più grandi e abbia collaborato con mostri sacri del calibro di Caetano Veloso o Gilberto Gil. Fa piacere, comunque, che abbia fatto breccia anche nelle radiorecchie italiane, un po' come era avvenuto con la canzoncina «Ja sei namorar» dei Tribalistas, che fu ballata persino nelle discoteche. Gli autori erano Marisa Monte, Arnaldo Antunes e Carlinhos Brown, tre musicisti con le «controsfere», che da queste parti erano sconosciuti ai più. Con Marisa Monte, la Gadù ha anche un'altra cosa in comune: la passione per l'Italia. La prima ha studiato canto a Roma negli anni Ottanta (e ha reinterpretato canzoni italiane come «E po' che fà» di Pino Daniele). La seconda ha bazzicato le nostre città - Milano compresa - suonando in strada chitarra in spalla. Recentemente ha anche dichiarato di adorare parecchie voci di casa nostra di oggi e di ieri, da Daniele Silvestri a Fabrizio De Andrè («ascolto tutti i giorni Bocca di rosa»), dai 99 Posse alla Bandabardò.
Dichiaratamente lesbica - come molte cantanti brasiliane - ha recentemente sposato la sua compagna ora che la legge brasiliana lo permette. Il concerto di stasera sarà comunque una raffinata chicca per il programma di un festival che, dopo 24 anni, resta l'appuntamento più piacevole dell'estate milanese, da condividere anche con famiglia e bambini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.