Lupu, un grande tessitore per le trame schubertiane

Il pianista, famoso anche per il suo controllo sul suono, sarà alle prese con le sonate del compositore viennese

Piera Anna Franini

È uno dei più grandi pianisti del nostro tempo. Un poeta. È Radu Lupu, romeno, classe 1945, stasera in scena dalle ore 20.30 in Conservatorio, ospite della Società del Quartetto. Raggiunge Milano con un programma che lo identifica appieno: «Sei Momenti Musicali op. 94» e le «Sonate D.784 e D.959» di Franz Schubert. Perché Lupu è l'interprete di fiducia di Schubert, fino tessitore di trame di velluto. Il suo è un pianismo capace di struggimenti ma anche di impeti virili, sempre nel segno di impasti sonori perfetti per quella determinata frase. Assecondando respiri, sussulti e impennate schubertiane come nessun altro interprete. Ciò che connota lo stile di Lupu è proprio il controllo prodigioso del suono.

Bisogna ammetterlo. A Milano siamo piuttosto viziati, è una città frequentata regolarmente da pianisti interessanti. Ma fra i grandi, Lupu sta proprio in cima. Senza contare che ha ridotto drasticamente i suoi impegni concertistici e annullato quelli discografici, quello di oggi è dunque una sorta di evento. Lupu è nato nella Romania comunista, tuttavia individuato il talento fu spedito dritto dritto a Mosca dove studiò con i Neuhaus, padre e figlio: col meglio della didattica russa. Entrava così in un ambiente dove i musicisti crescevano a pane, studi disperati e disciplina monastica, eletti a figure di rappresentanza della grandezza sovietica. Scopo per il quale fu pronto a partire dal 1966 quando venne iscritto al Concorso Van Cliburn, in Texas. Rappresentò l'Urss al meglio aggiudicandosi la medaglia d'oro. Di lì a un anno, replicava a concorso Enescu, quindi al Leeds in Inghilterra. Ventenne, infilava una serie di debutti nelle più importanti sale da concerto d'Europa, probabilmente con Kgb al seguito. Da allora, la sua carriera è contrassegnata dalla frequentazione dei grandi classici e romantici. Altro segno distintivo di questo interprete è il riserbo assoluto e tale da non rilasciare intervista alcuna. Lupu è così: d'una ruvida riservatezza, a conti fatti un amabile scontroso. Lo confermano le sue letture, inclini alla tenerezza e all'eleganza discorsiva, propensione che ne fa uno dei più fini interpreti di Schubert e Brahms.

Curiosità. Passano gli anni, e il suo aspetto si fa sempre più brahmsiano: vedi la postura, schiena ben salda allo schienale della sedia, la lunga barba tutt'uno con i suoi capelli, e lo sguardo appare amabilmente scontroso.

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