Viale Ungheria non è certo il salotto buono della città, una di quelle zone che si mette in cartolina per mostrare la Milano da bere. La dignità dei milanesi, però, non ha quartiere. E ieri circa 250 residenti di questa strada e di questa zona notoriamente difficile, dopo un braccio di ferro con l'ufficio di gabinetto della questura che non aveva dato l'ok alla manifestazione contro il degrado, sono riusciti a dimostrare tutto il loro malessere, con coraggio e forza ma anche rispetto verso chi, invece, per loro non ce l'ha. Nel mirino della protesta organizzata dall'associazione culturale «Domenico Leccisi» e iniziata alle 18 dentro il cortile di un'abitazione privata (le palazzine di viale Ungheria 5), i nomadi bulgari e romeni che dal novembre 2011 occupano l'area dismessa della società di trasporti e logistica Dione Cassio e verso i quali i residenti sono stati accusati ingiustamente di aver lanciato delle moltov.
Giovanissimi hanno bloccato la strada, sono arrivati fino all'incrocio con via Salomone e all'urlo di «via i rom!» sono tornati correndo a perdifiato verso viale Ungheria 5. Dove hanno provocatoriamente scavalcato le inferriate e, con le forze dell'ordine armate di scudi che li inseguivano con la lingua di fuori, hanno raggiunto i giardinetti che confinano con l'accampamento, forse il punto più degradato di tutta la zona. Altri giovanissimi, invece, sono arrivati fino ai binari del tram all'angolo tra viale Ungheria e via Mecenate, verso la tangenziale est, e ci si sono stesi sopra, facendo esplodere poi anche qualche petardo. Tutto è durato fino alle 21, senza mai arrivare a scontri con gli uomini in divisa.
Da queste parti tutti dicono di aver scritto almeno una volta al sindaco Giuliano Pisapia o all'assessore alla Sicurezza Marco Granelli senza mai ricevere risposta. «Ci sentiamo abbandonati - spiega Oscar N., un operaio di 51 anni che ha raccolto e fatto protocollare 780 firme di residenti e poi le ha mandate in Comune -. Furti, vetri rotti delle auto anche solo per dispetto, uomini e donne che fanno i propri bisogni fisiologici per strada con la più totale nonchalance, mezzi pubblici sporcati senza ritegno, volgarità gratuite contro le nostre figlie sono all'ordine del giorno».
«Il sindaco aveva detto in campagna elettorale che la gente ruba perché ha bisogno. Allora l'anno scorso, quando due rom mi hanno bloccata e aggredita ai bordi della strada sulla mia carrozzina da invalida per portarmi via anelli e collane d'oro mentre andavo al centro cardiologico Monzino per una visita, gli ho scritto - spiega con enfasi Adriana Bolchini, 67 anni, psicologa e direttore responsabile della rivista on line Lisistrata (www.lisistrata.com) -. Non l'ho insultato, sono stata gentile e corretta, ma Pisapia non mi ha degnato di alcuna attenzione, come se non esistessi».
«L'anno scorso a Pasqua mia figlia è stata picchiata da un giovane rom che lei si ostinava a ignorare nei giardini di via Sordello - racconta Patrizia Maiolino, 54 anni, mamma della 17enne Alice -. Le ha massacrato la faccia.
Al commissariato Mecenate ci hanno mostrato che il ragazzo, nonostante avesse allora non più di 16 anni, aveva una lunga sfilza di precedenti anche perché soffre di disturbi psichici...Non dico di metterlo dietro le sbarre, ma come madre penso che una comunità di recupero potrebbe aiutarlo. Cosa aspettano a portarcelo?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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