Uccisa in cascina da un bulgaro: "Pensavo di trovare più soldi..."

Lo straniero ha ammesso di aver compiuto il delitto per impossessarsi del denaro dell’anziana. La donna viveva in una cascina nella periferia sud di Milano

Uccisa in cascina da un bulgaro: "Pensavo di trovare più soldi..."

Risolto il caso della morte di Carla Quattri Bossi, l’anziana di 90 anni trovata morta domenica in una cascina nella periferia sud di Milano. È stato individuato ed arrestato, infatti, il presunto responsabile dell’uccisione dell’anziana: si tratta di un 22enne bulgaro, dipendente della struttura Podere Ronchetto.

L'uomo, Dobrev Damian Borisov, nel corso di un interrogatorio svolto nella notte ha confessato l'omicidio. Agenti della Squadra mobile diretta dal comandante Marco Calì hanno trovato dei riscontri tra cui, nella sua abitazione, monili della vittima. Tra questi, la fede nuziale con incisi il nome della vittima e del marito e altri preziosi rinvenuti in uno zaino e in un armadietto.

I poliziotti, inoltre, hanno rinvenuto un'impronta di una scarpa compatibile con quelle presenti sulla scena del crimine all’interno dell’abitazione dello straniero, e nella lavatrice, probabilmente con l’intento di eliminare possibili tracce, i vestiti che il giovane avrebbe indossato al momento del delitto.

Le indagini sono coordinate dal pm Prisco e dal procuratore aggiunto Laura Pedio. L’immigrato avrebbe agito per sottrarre all’anziana del denaro riuscendo a portare via solo 1000 euro. "Pensavo di trovare più soldi", avrebbe detto il 22enne durante l'interrogatorio.

"L'ho uccisa- ha affermato il ragazzo- perchè non mi voleva dare le poche decine di euro che le avevo chiesto". Il brutale omicidio sarebbe scaturito da una richiesta di 150 euro fatta all'anziana. "Quei soldi li ho spesi poi per comprarmi degli alcolici", ha riferito Borisov. "Non volevo ucciderla, ho avuto uno scatto di rabbia", ha detto ancora il giovane che, secondo quanto riferito dagli inquirenti, è apparso "molto scosso e prostrato" al momento della confessione.

Il bulgaro avrebbe ucciso la 90enne colpendola alla testa con un barattolo di marmellata fatta in casa. È questa una delle ipotesi investigative della Squadra Mobile di Milano e del pm Gianluca Prisco. La vittima era stata trovata dalla sua segretaria con i polsi legati e il viso avvolto in un telo, forse per tamponare il sangue che fuoriusciva da una grossa ferita sul cranio. La donna, una 40enne, come ogni mattina si era recata nel podere ma non aveva trovato l'anziana in giro per la proprietà. Preoccupata, era andata a cercarla in casa. Qui la macabra scoperta.

Uno dei figli, Francesco, vive in un'abitazione dal lato opposto di via Pescara ma fuori dal podere mentre nella struttura che ospita la struttura agricola risiedono quattro stranieri che lavorano e abitano lì. Nella cascina erano in corso lavori per trasformarla in agriturismo.

La polizia scientifica ha accertato che il corpo è stato trascinato per alcuni metri. Secondo l'esame esterno del medico legale, la morte dell’anziana sarebbe avvenuto nella tarda serata di sabato, intorno alle 23. Nell’abitazione sono stati trovati mobili aperti e spostati, biancheria che trabocca dai cassetti, oggetti buttati a terra: chiari elementi, questi, che l’assassino era alla strenua ricerca di qualcosa, come oggetti di valore e denaro.

L'ultima volta che è stata vista, l'anziana stava percorrendo a piedi i pochi metri che separano la parrocchia dei santi Pietro e Paolo di via Manduria da casa sua, all'interno della fattoria. La 90enne aveva assistito alla messa delle 18.30 e, quindi, era tornata nell'abitazione.

Dalle testimonianze dei familiari dell'anziana, è emerso che nell'ultimo anno erano state sottratte alla contabilità dell'agriturismo alcune somme di denaro. Episodi a cui non si era data importanza in quanto si pensava a soldi smarriti per distrazione o di errori di conto.

Il bulgaro risiedeva nella cascina da due anni e mezzo nell'ambito di un progetto di integrazione, sovvenzionato dal Comune di Milano, riservato a ragazzi in difficoltà rimasti senza famiglia. Allo straniero venivano garantiti vitto e alloggio oltre a piccole quantità di soldi per i lavori che svolgeva.

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