Dopo gli assembramenti chiude la moschea a Milano

Dopo le polemiche sugli assembramenti davanti alla moschea di Milano in zona rossa, l'edificio di culto è stato chiuso fino al termine delle restrizioni

Dopo gli assembramenti chiude la moschea a Milano

Pochi giorni fa hanno destato clamore le immagini della moschea abusiva di via Lopez, estrema periferia occidentale di Milano. All'esterno erano presenti decine di persone in attesa di effettuare la preghiera in una città che, come l'intera Lombardia, era in zona rossa. Con le attività commerciali della città in ginocchio a causa delle restrizioni, i ristoranti chiusi da ormai un anno, ha scatenato molte polemiche vedere il regolare svolgimento dell'attività in una moschea che, per altro, risulta abusiva. Oggi è arrivata la notizia della chiusura dell'edificio religioso almeno fino a che Milano permarrà in zona rossa, ossia fino ai primi di aprile.

A denunciare gli assembramenti davanti alla moschea di via Lopez è stata Silvia Sardone, europarlamentare della Lega. Da parte del Comune fino a quel momento pare non ci sia stata nessuna azione di contenimento, nessuna azione di sgombero come, invece, si sono spesso viste in altre zone della città. Ed è proprio si questo punto che Silvia Sardone si era soffermata nella sua denuncia: "È inconcepibile che il Comune non faccia rispettare le leggi, in questo caso quella regionale sui luoghi di culto, a maggior ragione in una situazione di pandemia come quella che stiamo attraversando". Poche ore fa, a una settimana di distanza dalla denuncia, le saracinesche della moschea di via Lopez a Milano non sono state sollevate ed è comparso un cartello in doppia lingua, arabo e italiano. "Informiamo che la moschea rimarrà chiusa durante la zona rossa", si legge sul foglio.

A denunciare la questione della moschea di via Lopez è stato anche Stefano Pavesi, consigliere leghista del Municipio 8, che ha sottolineato come in passato ci siano state già diverse segnalazioni su questa moschea, sottolineando come, però, "in cambio abbiamo ricevuto silenzio totale, segno dell’evidente mancanza di volontà politica di risolvere i problemi posto". Ed è probabilmente per merito della caparbietà di Silvia Sardone, di Stefano Pavesi e di chi come loro è impegnato nel territorio a denunciare le irregolarità che si è arrivati alla chiusura. "Andremo avanti a tenere alta l’attenzione, al fianco dei cittadini esasperati da questa situazione.

Basta coi due pesi e le due misure: i milanesi non possono sempre essere penalizzati rispetto agli extracomunitari", concluse Pavesi. Ma per una moschea abusiva che ha chiuso, non è escluso che ce ne siano altre a Milano che continuano imperterrite nella loro attività nonostante la zona rossa e i divieti di assembramento.

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