Tanto fumo, niente arrosto. Aveva fatto discutere nelle scorse settimane il bando del Comune di Milano che offriva fino a 450 euro a chi ospitava a casa propria i profughi.
Ma nonostante la pubblicità che inevitabilmente le polemiche hanno portato all'iniziativa, l'appello di Giuliano Pisapia si è rivelato un flop: già, perché a partecipare al bando scaduto ieri sono state appena 40 famiglie, in una città che conta oltre un milione di residenti. La prossima settimana si apriranno le buste delle candidature e inizieranno le verifiche sulle famiglie da parte di una commissione formata da assistenti sociali del Comune, della cooperativa e del consorzio "Farsi Prossimo". Ci vorranno mesi perché i primi 20 rifugiati possano stabilirsi nelle case dei milanesi.
"La montagna di Pisapia e Majorino ha partorito un misero topolino e un flop colossale", accusa Paolo Grimoldi, deputato leghista e segretario della Lega Lombarda, "Sono numeri che parlano da soli: questa è la risposta più eloquente che i milanesi potessero dare alla giunta Pisapia, colpevole di aver messo davanti a tutto solo gli immigrati, dimenticandosi dei tanti milanesi anziani, disoccupati o genitori separati in grave difficoltà abitativa ed economica". "A Milano, la paura fa ... 40", aggiunge l'assessore regionale al Territorio, Viviana Beccalossi, (Fdi) "I milanesi temono la presenza di un profugo o presunto tale nella propria casa e soprattutto hanno ancora unapropria dignità. La solidarietà e il sostegno a chi è in difficoltà non può tramutarsi in ospitalità di convenienza. Noi di centrodestra guardiamo alla mitica Milano con il cuore in mano, quella in grado di offrire lavoro e servizi e non la condivisione del propriobagno con un immigrato in cambio di denaro pubblico che ha tutta la parvenzadi una mancia elettorale".
"Fin dall’inizio è stato detto che per la sperimentazione i numeri di sarebbero stati esigui", aveva detto prima ancora di sentire le critiche l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, "Per anni ci sono stati i leghisti che dicevano prendetevi gli immigrati a casa vostra.
In questo caso ci sono 40 famiglie milanesi che dicono ce li prendiamo a casa nostra. Si costituisce nei fatti una rete di famiglie solidali disponibili a intervenire".La giunta sta pensando già di usare lo stesso modello per ospitare gli sfrattati. Avranno maggior successo?
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