Mezzi pubblici da far west: cinque aggressioni in 48 ore

È allarme sicurezza nella metropolitana. I dipendenti dell'Atm protestano e chiedono rinforzi: "Basta subire, dobbiamo reagire". Ma il Comune latita

Mezzi pubblici da far west: cinque aggressioni in 48 ore

Metropolitane, autobus e tram. Personale dei mezzanini, controllori, conducenti ed agenti in borghese. È il bollettino di guerra della Milano dei mezzi pubblici, che negli ultimi due giorni ha visto cinque aggressioni e tanta violenza. Episodi che si sommano ai tanti (troppi) precedenti.

Una decina di giorni fa a Conciliazione – fermata della “Rossa”, linea M1 – un controllore è stato massacrato a calci e pugni da un gang di peruviani (con tanto di tirapugni) per aver chiesto loro di timbrare il biglietto. Gli hanno rotto un braccio e lo hanno coperto di lividi: un mese di prognosi.

Il Giorno racconta dell’escalation di aggressioni a danno del personale dell’azienda pubblica dei trasporti, ben cinque in 48 ore. Da tempo i dipendenti Atm cercano di farsi sentire dal Comune, chiedendo il potenziamento della sicurezza. Peccato che l’allarme ha sempre incontrato orecchie da mercante. E loro, nel frattempo, hanno continuato a prendere le botte.

Oltre alla paura, c’è la rabbia e l’esasperazione di una categoria lasciata sola a combattere con i furbi e rissosi che non vogliono pagare il biglietto e reagiscono alzando le mani. Su Facebook, il gruppo “Traniveri di Milano” denuncia le ultime violenze (purtroppo l’elenco non è aggiornato) e condanna l’indifferenza delle istituzioni meneghine. Si legge: “Stanchi del protrarsi di questi episodi. Stufi di essere lasciati soli e allo sbando.

Disgustati dal menefreghismo di chi ci deve tutelare, informiamo i colleghi di tutte le linee e i cittadini che da oggi partiranno le ostilità. Basta subire, è arrivato il momento di reagire”. Rinforzi e impiego delle forze dell’ordine, alla luce di quanto sta succedendo sui mezzi, sarebbero cose gradita.

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