Milano, residenti case popolari: "Niente ferie o le occupano"

A Milano i residenti delle case popolari preferiscono rinunciare alle ferie piuttosto che subire continui tentativi di occupazione delle loro abitazioni da parte dei rom e degli stranieri

Milano, residenti case popolari: "Niente ferie o le occupano"

Obbligati a rinunciare alle vacanze per paura di restare senza un tetto. Succede a Milano, nel quartiere San Siro, dove i residenti delle case popolari subiscono continui tentativi di occupazione da parte degli stranieri.

"Al mese, conto almeno dieci tentativi di intrusione. Ho chiesto un cambio di alloggio, vorrei andare in un altro quartiere", rivela disperato un residente al quotidiano Il Giorno che ricorda l'episodio di cinque egiziani, tutti ragazzi tra i 23 e i 36 anni finiti in carcere un anno fa per associazione a delinquere finalizzata al reato di occupazione abusiva di alloggi destinati ad uso pubblico. La banda aveva costituito una specie di "agenzia immobiliare clandestina" che vendeva case popolari sfitte e guardagnava da 400 a 4mila euro per ogni alloggio. E ora la situazione non è cambiata per nulla dato che, soltanto qualche giorno fa, un 50enne è stato minacciato di morte:"Ho visto quattro persone incappucciate. Ne ho riconosciuta una: un egiziano della 'cricca del racket'. Con spranghe e piedi di porco hanno forzato la porta di un alloggio e spaccato il muro, fino a creare un’apertura. Poi hanno fatto accomodare tre donne rom, tra cui una incinta e un bambino. Io e altri inquilini abbiamo lanciato l’allarme, finché sono intervenuti un ispettore Aler e la polizia. Poi le occupanti sono state allontanate e l’alloggio è stato messo in sicurezza". L'uomo vive così da 6 anni e la paura di ritrovarsi senza casa ha fatto diventare quella dimora una sorta di prigione. "Non sono mai andato fuori Milano", dice.

L'ultrasettantenne Enrico Ferrari, invece, confessa: "Io e mia moglie lasciamo sempre in casa qualcuno di fidato" e, poi, spiega:"Chi manovra il racket manda avanti donne con bambini per abbassare le probabilità di sgombero immediato. E siamo convinti che, come è successo altrove, in due giorni la casa sarebbe stata “comprata” da un’altra famiglia".

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