Milanoltre, la danza continua tra Oriente e Occidente

All'Elfo la 32esima edizione della rassegna sulle nuove tendenze. In scena compagnie da tutto il mondo

Milanoltre, la danza continua tra Oriente e Occidente

La danza di oggi affronta argomenti attuali e problematiche vicine a tutti noi, con compagnie che lavorano in stretta sintonia con i compositori musicali in modo che ogni nuova produzione partecipi con vari elementi alla resa dello stesso senso profondo. Difficile, poi, trovare un balletto che esponga una trama e che, attraverso suoni e movimenti, voglia trasportarci in altre epoche o in contesti precisi su cui tessere un racconto.

Una danza, insomma, vicina alla vita di tutti i giorni per le sue problematiche, espresse in modo astratto da gruppi indipendenti e geograficamente magari lontanissimi, che tuttavia mostrano delle comunanze negli intenti e nel modus operandi. Un'analisi possibile grazie agli spettacoli che partecipano alla XXXII edizione di Milanoltre, il Festival ideato dal Teatro Elfo Puccini che partirà il prossimo 27 settembre aprendone la stagione. Una stagione che volge lo sguardo ad Oriente ed esplora nuove latitudini con un focus su Corea del sud e Cina. Nel Teatro di Corso Buenos Aires 33, nella DanceHaus di via Tertulliano 70 e nell'Istituto Confucio dell'Università Statale di Milano, 14 artisti, tra singoli e compagnie, italiani e stranieri, che forniranno un focus attendibile su quale sia lo stato della danza contemporanea.

Un'anteprima, il 17 settembre, ha introdotto il Festival: si tratta di «Bach Project» della neonata rete MilanOltre/MiTo Settembre Musica/Torino Danza. Un dittico, danzato da 16 interpreti di Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, per la coreografia di Diego Tortelli che si basa sulle Suite Francesi di Bach trascritte da Giorgio Colombo Taccani. Strutture semplici, visioni oniriche, che esprimono la condizione incerta che viviamo come uomini. Anche Look Look e No Comment, spettacoli che aprono il Festival il 27 e 28 settembre, indagano i temi della ricerca della nostra vera identità e dell'autenticità in un mondo di apparenze. Eppure, con questi lavori, siamo lontani dall'Italia e dall'Europa: la prima Compagnia in scena all'Elfo Puccini è infatti la Laboratory Dance Project, di Seul, su cui Milanoltre ha realizzato un Focus: si tratta di un ensemble che sa far convivere al proprio interno i più svariati stili della danza, dall'hip hop alle arti marziali fino alla danza contemporanea e quella orientale.

Li ritroveremo in scena anche con Bow, lavoro sul tema dell'inchino, No film, sul tema del dominio assoluto. In prima nazionale il riallestimento di I Is Memory, spettacolo della ballerina canadese Louise Lecavalier che il 28 e 29 settembre sarà in scena per esprimere attraverso la danza le sfide della vita. In un festival milanese saranno presenti (anche se solo dal 30) anche una decina di gruppi italiani: il primo è Antonio Montanile, allievo dell'Accademia Isola di Danza della Biennale di Venezia, che ha creato due pieces opposte, una sull'inerzia del corpo (Cedo all'usarmi) e l'altra sul moto perpetuo compulsivo (Bimb-y-i). Restando in Italia, dal 5 al 14 ottobre il Festival prevede un focus dedicato a Simona Bertolozzi, danzatrice e performer bolognese che porta avanti una poetica di ricerca sul rapporto tra corpo e meccanica.

Come si vedrà in tre lavori Prometeo: Architettura a Milano, un quadro animato da giovani danzatori under 16, And it Burns Burns Burns, tappa finale dedicata al mito di Prometeo, e Anatomia, un incontro tra un corpo biologico e uno sonoro con leggi gravitazionali disattese. Si racconta il Sud Italia e la condizione di perenne conflitto dell'uomo anche nelle coreografie di Roberto Zappalà, siciliano: il 9 e 10 ottobre in La nona torna l'interpretazione originale della musica classica.

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