Otto incidenti in monopattino in meno di 48 ore, centotrenta dal primo giugno. L'ultimo, grave, è avvenuto ieri poco prima delle 11. Un uomo filippino di 36 anni si è scontrato con un'auto nel sottopasso Mortirolo di via Tonale, stava viaggiando sul dispositivo elettrico privato nella corsia di destra quando ha perso il controllo del mezzo e, dopo aver sbandato un paio di volte, ha impattato contro una Hyundai che in quel momento stava cercando di sorpassarlo a sinistra, non si sa se per il terreno sconnesso o un problema tecnico. Ha infranto il parabrezza e ha battuto la testa, il 118 lo ha trasportato in condizioni gravi al Niguarda. Il caso ha riacceso le polemiche. Più o meno negli stessi minuti, l'assessore alla Mobilità Marco Granelli stava presentando con i gestori dei 7 operatori di monopattini in sharing (Wind, Dott, Bit, Lime, Voi, Bird e Helbiz, a breve potrebbe entrare in campo anche Circ) delle misure per «aiutare i cittadini ad essere più consapevoli che il mezzo non è un giocattolo e va usato secondo le regole». Come? Da venerdì scorso e fino al 24 settembre, 7 steward (uno per società) controllano le strade fermando le persone che non rispettano il Codice della strada e spiegando lore le regole. Di giorno «pattugliano» il centro storico, la sera fino a mezzanotte le zone della movida (dall'Arco ai Navigli). Riposizionano i mezzi posteggiati male, fermano persone che viaggiano in due o guidano sul marciapiede, compilano un form con data, ora, luogo, codice del mezzo e infrazione e lo invianoalle società che, in casi di recidiva, possono decidere di sospendere l'abbonamento all'utente. Ma gli steward non possono assegnare multe, ed è quasi una beffa sentire affermare che «in soli tre giorni hanno rilevato 420 infrazioni». Peccato che dal primo luglio a metà settembre i vigili ne abbiano firmate appena 353 (la maggior parte per circolazione su marciapiede, passeggero a bordo, qualcuna a minori senza casco). Eppure (lo testimoniano i controlli di soli 7 steward) gli abusi sono sotto gli occhi di tutti. Sempre Comune e società hanno affisso da ieri, primo giorno della Settimana europea della mobilità sostenibile, dei cartellini informativi sui 5.250 monopattini in sharing con le regole da seguire (casco obbligatorio fino a 18 anni e consigliato dopo, divieto di trasportare passeggeri e circolare sui marciapiedi) e un codice qr code che rimanda al codice completo. Le aziende stanno poi promuovendo singolarmente delle iniziative: Dott avrà dei «local influencer», Voi sta testando (per ora in Nord Europa e prossimamente a Milano) un sistema che in pochi secondi testa la prontezza di riflessi e la sera può impedire di sbloccare il mezzo a chi è sotto effetto di alcol, Bird distribuirà caschetti gratis durante un evento martedì prossimo. «In corso Buenos Aires ormai viaggiano 7mila bici e monopattini, un quarto dei veicoli totali» afferma Granelli (anche) per difendere la pista ciclabile delle polemiche.
Ma se scarseggiano controlli e sicurezza stradale, rischia di aggravarsi anche il bilancio dei feriti, il centrodestra fa polemica. Parla di «situazione fuori controllo» il capogruppo regionale di Fi Gianluca Comazzi, «usare 7 steward è come svuotare l'oceano con un cucchiaio. Il Comune pensi a coprire le buche e il governo estenda l'obbligo di casco a tutti». Stessa richiesta dall'assessore regionale Fdi Riccardo De Corato che avverte: «Sicurezza prima della mobilità green a tutti i costi». Sette steward «sono un palliativo, il Comune intensifichi i controlli dei vigili» tuona la consigliera leghista Silvia Sardone. E ora anche il sindaco Beppe Sala ha deciso di alzare la guardia: «Vedo comportamenti tutt'altro che esemplari, dall'andare in due o sul marciapiede, per non parlare del parcheggio disordinato.
Il codice della strada non può essere sottoposto a interpretazioni o deroghe. La nostra Polizia Locale è allertata per far rispettare le regole, ma serve più responsabilità da parte degli utenti. Prima di aumentare la flotta voglio vedere un chiaro miglioramento nelle modalità di utilizzo».
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