Salta il banco sul corteo: il braccio di ferro dei manifestanti con la Questura sul percorso della 16esima manifestazione anti Green pass, ha portato alla linea dura della questura. Il percorso è prescritto. Tradotto: vietato sgarrare pena denuncia per manifestazione non preavvisata. «I manifestanti hanno palesato un maggiore interesse alla contrapposizione fine a sé stessa che la ricerca di una ipotesi volta a garantire il diritto di manifestare» dicono da via Fatebenefratelli.
Così anche il questore Giuseppe Petroni toglie la maschera ai militanti del movimento No Pass che tradiscono ( sempre di più la voglia di dare fastidio alla città, piuttosto che quella di gridare la propria contrarietà al passaporto verde.
L'oggetto del contendere, anche questa volta, il percorso: tre i punti ritenuti «fondamentali» dagli organizzatori della manifestazione ovvero il passaggio davanti al Duomo, il passaggio in corso Buenos Aires, «a cui possiamo rinunciare solo in cambio del passaggio in corso di Porta Vittoria, davanti al Tribunale e alla Camera del Lavoro, e almeno 2 obiettivi sensibili tra Libero, Università Statale e Regione Lombardia». I No Green pass parlano di «gesto distensivo» alludendo alla comunicazione preventiva alla Questura per il corteo: «Il nostro gesto distensivo, esclusivamente nell'interesse dei manifestanti, dev'essere stato mal interpretato da Fatebenefratelli, ovvero come un segnale di debolezza». Così la trattativa sul tragitto viene vissuta come una prova di forza, cosa che ha fatto saltare il banco e ha portato a un percorso prescritto, con tanto di orario. «L'impossibilità di giungere ad un percorso condiviso ha indotto il questore ad emettere un provvedimento di prescrizione, imponendo che, dopo il concentramento in piazza Fontana, l'eventuale iniziativa si svolga dalle ore 17 alle ore 21, in forma di corteo, ma lungo il seguente itinerario: piazza Fontana, piazza Duomo, via Mazzini, piazza Missori, corso di Porta Romana, viale Caldara, viale Regina Margherita, piazza V Giornate, corso XXII Marzo, viale Piceno, via dei Mille, viale Abruzzi, piazzale Loreto, corso Buenos Aires sino in piazza Oberdan».
Rispettate quindi le richieste di un passaggio in Duomo e in Buenos Aires, che questa volta però dovrebbe avvenire intorno alle 20, quindi con i negozi chiusi. Mancano gli obiettivi sensibili ovvero l'Università Statale, la sede della Regione e del quotidiano Libero, mentre il serpentone passerà molto vicino alla Cgil.
Tutto questo fatto salvo che i No pass, che hanno dichiarato apertamente l'intenzione di continuare a protestare finchè non verrà abolito l'obbligo del passaporto verde, rispettino le prescrizioni, cosa che finora non è quasi mai avvenuta. E da vedere quindi come si muoveranno gli estremisti del movimento: se decideranno di forzare la mano, se verranno seguiti, quante persone riusciranno ancora e per quanto tempo ad aggregare, trattandosi ormai di un appuntamento fisso da metà agosto. In sostanza quella di oggi sarà anche un osservatorio delle diverse anime del movimento, utile a capire chi ha davvero voglia di prove muscolari con il titolare delle forze dell'ordine.
Cresce il livello di tensione per l'ordine pubblico mentre cresce l'esasperazione del mondo produttivo e dei cittadini. «Diritto di manifestare sì ma senza bloccare ancora la città» le parole di qualche giorno fa del sindaco Beppe Sala.
Intanto la sottoscrizione lanciata da ConfCommercio, sostenuta anche dal sindaco e dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha raggiunto ieri le 3.640 firme a sostegno. Ieri è intervenuto anche l'assessore alla Sicurezza del Comune Marco Granelli: «A Milano la 16° manifestazione No Pass e bene ha fatto il Questore a porre delle prescrizioni di percorso. La città deve vivere e lavorare».
Mentre Gianfranco Librandi (Italia viva) invoca gli «idranti se i No Green proveranno a forzare la mano e manifestare a Corso Buenos Aires. A Milano la misura è colma, per cittadini, commercianti, ristoratori, imprenditori e lavoratori: i movimenti No Green Pass continuano a scherzare col fuoco, alimentando paure e confusione».
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