Una neonata lasciata in Questura, come fosse un pacco postale, per lanciare un messaggio in codice alla polizia: la madre non può essere mandata in carcere, perché la bimba ha solo cinque mesi. L'incredibile storia è successa giovedì pomeriggio, quando gli agenti della Squadra mobile hanno arrestato una ragazza di origini rom di 22 anni. Poco dopo si è presentata un'altra nomade di 43 anni con in braccio la bambina, che ha abbandonato negli uffici della polizia.
La 22enne, di nazionalità bosniaca, è stata fermata in esecuzione di una condanna definitiva a 11 anni di reclusione. Si trovava in viale Famagosta. A suo carico il giorno precedente era stato emesso un mandato per un cumulo di pene relativo a furti commessi tra Milano, Genova, Venezia e Roma. I reati sono iniziati quando la ragazza aveva solo 17 anni e negli ultimi cinque anni è stata arrestata ben dodici volte. Alcuni minuti dopo il suo arrivo in Questura si è presentata al corpo di guardia all'ingresso una sua amica, incinta, con la bimba neonata. Quest'ultima è poi risultata essere figlia della giovane arrestata, che è residente in un camper in zona Sant'Agostino e ha altri cinque bambini. La donna che ha portato la bambina ha a sua volta 11 figli e aspetta due gemelli. Ha detto che si sentiva poco bene, ha lasciato la bambina agli agenti e dopo essere stata identificata si è allontanata.
A spiegare i motivi del suo gesto sono gli investigatori della Mobile: «Si tratta di una forma di welfare tra nomadi. Ci siamo confrontati con altre Questure d'Italia e abbiamo scoperto una dinamica molto frequente: appena una rom viene arrestata, poco dopo qualcuno porta alle forze dell'ordine che l'hanno fermata il suo bambino, in modo da spingere la magistratura a concedere gli arresti domiciliari». In questo caso però l'escamotage non è servito. «In virtù infatti della pena definitiva inflitta e del rigetto del giudice per una misura alternativa, la 22enne è stata accompagnata a San Vittore con la figlia».
La giovane si trova attualmente in carcere e ha con sé la bambina.
Nei prossimi giorni potrebbe essere accompagnata all'Icam, Istituto a custodia attenuata per detenute madri. Una struttura per le mamme condannate alla prigione e per i loro figli piccoli che dipende dall'amministrazione di San Vittore e che accoglie bambini da zero a tre anni d'età.
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