Non solo incendio, emergenza Bovisasca

Via Chiasserini, denuncia dei residenti: «Siamo trattati come cittadini di serie B»

Giulia Di Leo

È un problema di sicurezza quello di via Chiasserini e dei suoi residenti che, già prima del grave incendio del 14 ottobre, vivevano in condizioni di estremi degrado e abbandono, cui ora si aggiungono le incognite del dopo-rogo. Quella della Bovisasca è una zona «trattata come industriale e non residenziale» lamenta uno dei residenti della via: «È diventata una discarica, come se non ci abitasse nessuno, invece negli ultimi 20 anni sono stati creati complessi residenziali come quello in cui abito che ne richiedono un'urgente riqualificazione».

Sulla necessità di un recupero dell'area dà battaglia anche il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Municipio 9, Enrico Turato che sottolinea la necessità di far fronte non solo al problema dell'inquinamento, ma anche a quello di servizi, mezzi di trasporto e viabilità. «I residenti della Bovisa non devono essere considerati inferiori rispetto a quelli del centro - aggiunge Turato - Se si è detto di dover rilanciare le periferie, allora si veda anche nei fatti». La terra di nessuno, completamente abbandonata a se stessa, necessita di un marciapiede per consentire ai pedoni di percorrere in sicurezza la via che porta al cavalcavia Martin Luther King, da cui passano i mezzi pesanti. Lo spazio, però, non basta: o il marciapiede o la strada a doppio senso percorsa dai tir che, se venisse trasformata in un senso unico come alcuni richiedono, bloccherebbe ulteriormente il traffico e non risolverebbe comunque il problema. Occorre, quindi, ripensare e riprogettare l'intera viabilità della zona, punto di immediato accesso ai mezzi pesanti in città e alla tangenziale.

Sul caso dell'incendio, poi, il capogruppo Fdi fa appello alle autorità, affinché facciano i controlli necessari non solo in caso di emergenza, ma anche per prevenire danni come quello che ha coinvolto il deposito dell'Ipb: «Lo devono fare - aggiunge - nel rispetto della sicurezza dei residenti e di tutti i milanesi».

In concreto quindi, Turato chiede che il Comune non attenda le elezioni comunali del 2020 per agire, ma lo faccia immediatamente perché «le

risorse ci sono, bisogna solo saperle amministrare correttamente». Fulcro dell'azione amministrativa devono, quindi, essere non solo i cittadini del centro, ma anche quelli delle periferie, che hanno pari diritti e dignità.

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