Ernesto Colnago, 85 anni pochi mesi fa con una grande festa che ha messo insieme tutto il ciclismo che conta, è sempre «l'Ernesto». Impossibile fermarlo. Impossibile tenerlo seduto in platea mentre i suoi ingegneri, nel salone della sua azienda a Cambiago, presentano alla stampa internazionale la V2-R, l'ultima bici pronta ad arrivare sul mercato per dare continuità al blasone delle due ruote «made in Italy». Colnago fa girare tra i giornalisti l'ultimo telaio monoscocca in carbonio, una «piuma» da poco 800 grammi, otto etti poco più di una pagnotta di pane, di un litro di latte e guarda avanti. Come sempre. La famiglia, l'azienda, tra pochi giorni il Tour de France con le sue bici in corsa con la Uae Abu Dhabi, la squadra degli Emirati messa insieme da Beppe Saronni, un suo pupillo, il corridore che forse ha amato di più, il manager con cui è tornato a collaborare nel grande ciclismo, tra le squadre del World Tour. Un'altra sfida di quelle che ama di più, forse per non pensare, forse per lenire un po' il dolore che poche settimane fa gli ha procurato la scomparsa di sua moglie, la signora Vincenzina, una vita costruita insieme, più di sessant'anni al suo fianco per scrivere una storia incredibile d'affetto e d'azienda, un marchio che oggi è un fiore all'occhiello dell'imprenditoria italiana, non solo nelle bici. «Questo per noi è un periodo difficile- dice Colnago presentando con gli occhi lucidi il suo ultimo gioiello- un periodo duro ma bisogna continuare. La vita deve andare avanti...». E a volte per andare avanti può servire anche un gesto: togliere il telo rosso che nasconde la nuova «V2-R» e offrirla a flash e telecamere. Tecnicamente una fuoriserie. Nuove fibre di carbonio, nuova aerodinamica, nuovi colori, tutta la storia di una azienda che da 63 anni ha sempre pedalato in avanscoperta. «É l'evoluzione della V1R- spiega Davide Fumagalli, uno degli ingeneri del reparto ricerca e sviluppo della Colnago- Ed è la continuazione di una rivoluzione aerodinamica che noi abbiamo cominciato anni fa e che si avvale, tra i vari studi, del feedback fondamentale dei professionisti che gareggiano con le nostre bici. Sono state migliorate le fibre di carbonio, alcuni dettagli meccanici come gli innesti dei freni che permettono di utilizzare copertoni di dimensioni maggiori e la geometria del telaio». Dettagli. Che magari sfuggono a chi non è del mestiere ma che fanno la differenza ( tanta differenza) per il popolo delle due ruote.
«Il nuovo telaio è più rigido e questo dà maggior brillantezza alla bici- spiega Colnago- Il collarino del reggisella è integrato nel tubo orizzontale abbiamo studiato un inserimento unico che permette in un solo passaggio di far passare tutti i cavi della bicicletta». Fine. Per l'Ernesto la V2R è già in archivio. Si continua a guardare avanti. Al Tour, al prossimo Eurobike di Friedrichshafen, alla sfida elettrica, a chissa cos'altro ancora. Ottantacinque anni e non sentirli...
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