«Non ci poniamo limiti...» aveva detto pochi mesi fa l'ormai ex governatore lombardo Roberto Maroni alla vigilia della decisione di candidare Milano per la sessione del Comitato olimpico internazionale e parlando della possibilità di ospitare i Giochi invernali 2026: «Sarebbe l'Olimpiade di Milano e della Lombardia e siamo sicuri che sapremmo gestirla bene..». E ora i Giochi tornano di attualità. Con la spaccatura tra Alto Adige e Veneto sul progetto Zaia di portare i Giochi tra le Dolomiti, crescono inevitabilmente le quotazioni di Milano come possibile città da candidare per le Olimpiadi invernali del 2026. Il capoluogo lombardo, come hanno fatto intendere gli stessi membri del Cio anche ai recenti Giochi di PyeongChang, partirebbe in pole position. L'ipotetica logistica dell'impiantistica sarebbe quella di svolgere gli sport del ghiaccio a Milano, con eventuale appoggio di Torino, e quelli della neve in Valtellina (Bormio-Santa Caterina Valfurva). Il collegamento tra la pianura e le montagne dovrà essere garantito con un treno ad alta velocità. La stessa soluzione verrà presa nel 2022 con Pechino che sarà collegata con Harbin. Le Olimpiadi invernali 2026 a Torino e a Milano? «Sarebbero una grande vera opportunità anche molto possibile se l'Italia su questo fosse molto determinata» ha spiegato nei giorni scorsi il sindaco Giuseppe Sala a margine di una presentazione del suo libro Milano e il secolo delle città. «Sarei molto contento di sedermi ad un tavolo con la sindaca Appendino con la quale ho un ottimo rapporto per vedere cosa si può fare in questo senso - ha aggiunto Sala - d'altronde traguardi grandi come questi si possono raggiungere solo con una forte collaborazione tra le istituzioni. Ce lo insegnano eventi come l'Expo. E anche la battaglia che abbiamo fatto per l'Ema e che continuiamo a fare. E pure il successo di Milano di questi ultimi anni, frutto di una sostanziale comunione di intenti istituzionali». Il presidente del Coni Giovanni Malagò sul tema Olimpiadi invernali del 2026 è sempre stato cauto. Il numero uno dello sport italiano ha sempre detto che bisognava attendere le elezioni del 4 marzo e quindi la formazione di governo. Quest'ultimo aspetto non si è ancora verificato. I Giochi olimpici invernali in Italia del 2026 sono per il momento in frigorifero. Inizialmente si era parlato di una candidatura congiunta con l'Austria, poco dopo tramontata, poi è spuntata l'ipotesi di aggregare Bolzano alla candidatura di Innsbruck ma il popolo tirolese di Olimpiadi non ne vuole sapere. Quella che sarebbe stata la terza Olimpiade nelle terre d'Oltrebrennero è stata bocciata con un referendum nell'ottobre scorso. L'Alto Adige, che cullava il sogno di diventare olimpico già con Innsbruck, dopo la proposta del governatore Luca Zaia di candidare le Dolomiti ai Giochi del 2026 ha fatto subito dietrofront. Il presidente altoatesino Arno Kompatscher ha stoppato la candidatura di Bolzano per i Giochi affermando che «le regole attuali del Comitato olimpico internazionale non consentono di organizzare dei Giochi sostenibili». Kompatscher ha anche aggiunto di «non escludere di mettere a disposizione singoli impianti di gara già esistenti sul nostro territorio a sostegno di candidature avanzate da altre Regioni confinanti ma a patto che non vengano richiesti investimenti straordinari e faraonici». I Giochi invernali della neve saranno decisi nel 2019 in occasione della 134esima sessione del Comitato olimpico internazionale che si terrà a Milano.
Il giorno dell'assegnazione sarà il 10 settembre. Attualmente la carta olimpica non consente ad una Nazione che ospita la sessione del Cio di candidarsi anche per l'Olimpiade che dovrà essere assegnata. In epoca di forti cambiamenti anche nel Cio, e lo si è visto con la doppia storica assegnazione dei Giochi estivi di Parigi 2024 e Los Angeles 2028, è possibile che questa clausola venga a cadere forse già nell'ottobre prossimo durante la 113esima sessione a Buenos Aires.
Ai recenti Giochi di PyeongChang hanno partecipato nelle vesti di osservatori perché interessati ad una eventuale candidatura del
2026, quattro delegazioni, Sion (Svizzera), Sapporo (Giappone), Stoccolma (Svezia) e Calgary (Canada). Hanno ipotizzato una candidatura nuovamente l'Austria con Graz e Schladming, la Norvegia con Lillehammer ed il Kazakistan.
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