È una storia di disperazione, maturata in un ambiente emarginato l'omicidio di El Miloudi Chekairi, un operaio marocchino di 53 anni, regolare sul territorio, che manteneva da qui la famiglia d'origine, una moglie e due figli. Il cadavere dell'extracomunitario - che da 4 anni, nonostante il lavoro da manovale, non riusciva a pagarsi un alloggio seppur modesto ed era costretto a vivere all'aperto - era stato ritrovato da due suoi amici proprio nella baracca dove l'uomo dormiva, in via Airaghi, sotto il ponte della tangenziale ovest, venerdì 10 maggio, nel pomeriggio. A ucciderlo, come hanno scoperto i carabinieri della compagnia Porta Magenta, è stato Salah T., un conoscente tunisino 31enne che, al contrario di Chekairi, era clandestino e aveva precedenti.
Il marocchino è stato finito da una serie di colpi fortissimi al cranio e alla faccia.
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