L'aggressione subita a Milano da parte delle due turiste tedesche nella notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio sta facendo molto discutere. Le giovani studentesse, arrivate in città nel giorno di san Silvestro per trascorrere una serata di divertimento nel capoluogo lombardo sono state accerchiate e molestate da un branco di circa 30 uomini stranieri. Dalle loro dichiarazioni è emerso che tutti i componenti del gruppo parlassero arabo e, stando ad alcuni messaggi pubblicati sui social, pare che il branco fosse formato da uomini di nazionalità prevalentemente egiziana, ben noti in zona Duomo per il loro comportamento aggressivo.
Le due studentesse hanno fatto ritorno in Germania nei giorni successivi all'aggressione e hanno sporto denuncia per violenza sessuale nella città di Manneheim, dove risiedono. Raggiunte dall'Ansa, entrambe le ragazze hanno raccontato l'incubo vissuto in quei dieci minuti in piazza del Duomo. "Sono ancora sotto choc, non riesco ancora a realizzare quello che è successo. Il mio cervello cerca solo di dimenticare tutto", ha spiegato una delle due vittime. Il trauma vissuto è stato grande, la sua amica ha raccontato che il branco cercava di toccarle in ogni modo mentre loro provavano a difendersi dall'aggressione, pensando inizialmente che si trattasse di un tentativo di rapina.
Ci vorrà del tempo per elaborare il trauma: "Non riesco ancora a dormire, mi sveglio nel mezzo della notte tremando". A nulla è valso il loro tentativo di difendersi davanti alla furia del branco, che non sembrava temere niente in quel momento. Una delle giovani ricorda anche di aver colpito uno dei suoi aggressori: "L'ho preso in faccia ma mi guardava ridendo, mi guardava con uno sguardo che diceva 'fai quello che vuoi, tanto io continuo'".
Il suo racconto di quei minuti è agghiacciante: "Ci stavamo guardando in giro, c'erano i fuochi d'artificio e la musica. Ho capito che mi stavano toccando e volevamo scappare ma c'era troppa gente, non potevano andarcene. La mia amica è caduta, continuavano a spingerci in modo molto aggressivo e a un certo punto ho sentito mani dappertutto, anche dentro il reggiseno che mi è stato praticamente strappato".
I ricordi di quel momento non sono lucidi e sono frammentari: "Volevamo solo andarcene ma non ci aiutava nessuno e quando finalmente siamo riuscite ad arrivare dalla polizia, non ci capivano perchè nessuno parlava inglese. Solo un fotografo parlava inglese e ha provato a calmarci ma eravano sconvolte, siamo ancora sconvolte, mi sveglio ancora con gli incubi".
La rabbia è tanta anche tra gli uomini delle forze dell'ordine, come ci spiega Pasquale Alessandro Griesi, segretario provinciale Fsp Polizia Milano: "La cosa grave che dovrebbe fare pensare tutti, soprattutto la politica garantista, è che queste aggressioni sono avvenute fregandosene delle tante forze dell'ordine presenti sul territorio. Ormai si pensa che tutto sia possibile, tutto sia fattibile. Questo è un Paese che non punisce chi sbaglia".
Sul mancato intervento della polizia in quella specifica occasione, il segretario spiega che "c'era gran caos, sono stati fatti interventi per risse, rapine, accoltellamenti, violenze... Può esserci stata una svista nella confusione? Con i caschi indossati, scudi, protezioni, il caos che c'era tutto è probabile, ma dire che hanno visto e non sono intervenuti non sono d'accordo. Sono intervenuti per migliaia di interventi perché non farlo anche qui? ". Ovviamente la solidarietà per le vittime è massima: "Mi spiace per le ragazze, ma questi uomini in uniforme hanno salvato da altri uomini molte donne. Lo avrebbero fatto anche con queste ragazze, come hanno fatto quando si sono accorti di quello che stava accadendo...".
L'amarezza tra gli uomini in divisa è tanta, soprattutto per le polemiche che spesso sorgono in caso di intervento: "Milano conta il più alto numero di indagati tra le forze dell'ordine, solo per aver fatto il proprio lavoro.
Quindi ci facessero sapere cosa vogliono, poliziotti o uomini che portano a passeggio l'uniforme? Ci vuole certezza della pena. La nostra squadra mobile li prenderà tutti, abbiamo i migliori investigatori. Il problema è che dopo tre giorni saranno tutti fuori..."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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