Il parco Lambro ridotto a dormitorio pubblico

Via Van Gogh e piazza Udine preda dei bivacchi Panchine e giochi trasformati in accampamenti

Il parco Lambro ridotto a dormitorio pubblico

Su uno scivolo per bambini ci dorme un siriano. Sotto la panca, anche. Tutto è cominciato una decina di giorni fa da un cittadino rumeno senza un braccio, liberamente dimorante nei giardini Bellisario, piazza Udine. Ora si è arrivati al caso del parco Lambro, da due mesi un piccolo canyon di boy senza cavallo. Profughi, immigrati, stranieri scelgono all'aperto la loro abitazione, senza passare dall'agenzia immobiliare pubblica, ovvero il Comune.

Partendo da piazza Udine, dove oltre al rumeno ci sono altri immigrati, il capogruppo di Forza Italia in Zona 3, Marco Cagnolati, ha fotografato il paesaggio preso d'assalto. Panchine ricoperte da trapunte, masserizie, segni ovunque di un bivacco selvaggio, come testimoniano le immagini. Tramite lettera, Cagnolati ha fatto presente la situazione alle autorità comunali, dal sindaco Beppe Sala, all'assessore Carmela Rozza, all'assessore Pierfrancesco Majorino, ricevendo da quest'ultimo una risposta il 1 febbraio, in merito al rumeno: «I servizi sociali sono intervenuti diverse volte per tentare di dissuadere il cittadino. Condivido totalmente il senso del suo richiamo, l'intervento sociale ha, purtroppo o per fortuna, dei limiti. Confermo quanto da lei riportato circa la disponibilità di posti».

Difatti non c'è il problema di strutture comunali d'accoglienza congestionate che non possono ospitare nessuno, come asserisce Majorino, «ma di scelte personali degli stessi bivacchi - afferma Cagnolati -. I profughi decidono di andare ad abitare in un giardino pubblico, perché non gli va di chiudersi in un centro d'accoglienza. Le strutture ci sono, ma loro non accettano di abitarci dentro. Preferiscono accamparsi al chiosco della Golosina al Lambro. Trasformano le fontanelle in bagni personali, cucinano con tanto di pentole e dormono lì. Polizia e servizi sociali, informati, non si sono fatti vedere». Viene anche il sospetto che i luoghi d'ospitalità dentro non siano quello che le autorità raccontano.

I cittadini si attivano per porre fine alla situazione. Nulla da fare. «Anzi, il fenomeno si sta espandendo a macchia d'olio, in altre strade della città dove ci sono zone verdi o parchi gioco che dovrebbero essere riservati ai bambini». Viale Romagna, via Piccinni, piazzale Bacone, piazza Durante, via Benedetto Marcello, piazza Gobetti.

Viviamo in una città dove il Comune ti multa se passi di un chilometro all'ora il limite di velocità in via Palmanova, ma se una persona immigrata si appropria di un pezzo di terreno pubblico, nessuno fa rispettare una regola: la decenza.

Arriverà anche uno con la tenda in San Babila? La nostra civiltà ha fatto passi avanti per garantire la salute pubblica attraverso un vivere basato su regole di igiene, di rispetto della dignità di se stessi e dell'altro, leggi fondamentali dell'accoglienza.

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