La guerra sul crocifisso si è riaperta nel Municipio 7 - neanche a farlo apposta - al rientro dalla pausa pasquale. Era depositata dal 7 marzo ma è stata discussa in Commissione due giorni fa la mozione firmata dalla consigliera Pd Laura Fabbri che chiede alla giunta (di centrosinistra) di «procedere alla rimozione del crocifisso dall'aula consiliare e di riposizionare il ritratto del presidente della Repubblica al centro della stanza». Ricorda che il 27 marzo del 2017 il consiglio di Zona 7 governato allora dal centrodestra «richiedeva l'apposizione del crocifisso in aula in considerazione del suo essere segno dell'identità del nostro Paese a prescindere dal credo religioso».
La consigliera dem cita sentenze della Corte suprema e sostiene che l'aula è «il luogo deputato all'esercizio della politica e della democrazia e deve essere garanzia di neutralità e aconfessionalità». La mozione sarà votata il 28 aprile e il centrodestra annuncia le barricate. «La sinistra - accusa il capogruppo Fi Antonio Salinari - vorrebbe cancellare i simboli della nostra cultura e della nostra civiltà. Abbiamo carovane di rom, baby gang, case occupate e il Pd cosa fa? Presenta una richiesta, appena trascorsa la Pasqua, per rimuovere il crocifisso nel nome di uno Stato laico».
Anche il consigliere della Lega Francesco Giani protesta: «È scandaloso che la priorità del Pd sia la rimozione del crocifisso dall'aula.
Mentre nei nostri quartieri ci sono problemi enormi di sicurezza e mancanza di servizi la sinistra inizia un assurdo dibattito in nome della laicità. Un attacco gratuito all'identità e ai valori del nostro Paese. In Aula non arretreremo di un centimetro».
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