«C'è una situazione di grande criticità nella collettività, anche da parte di molte categorie produttive. Tutto questo lo superiamo solo se mettiamo in sicurezza la nostra società, con un vaccino che raggiunga almeno il 75 per cento dei nostri concittadini nell'arco di 6-7 mesi, che è il programma che ci siamo fatti». Parola dell'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera a proposito dell'organizzazione in Regione per la somministrazione de i vaccini anti Covid.
Il primo step della campagna vaccinale, che partirà il 15 gennaio, interesserà il personale medico sanitario, gli operatori delle Rsa e i pazienti ospiti. Si tratta di circa 300mila persone che saranno sottoposte a una doppia vaccinazione: il vaccino Pfizer, il primo che sarà utilizzato, prevede un richiamo a distanza di 21 giorni, con un tolleranza di 3, si presenta in fiale da cinque dosi, una volta aperto potrà essere conservato in un semplice frigorifero per sei giorni. Per la prima fase, dunque, saranno gli stessi ospedali (65 gli hub identificati dotati di ultrafreezer per lo stoccaggio delle fiale a -75 gradi) e saranno le strutture a provvedere a vaccinare il personale. Per far partire la campagna di adesione tra i medici si sta aspettando dall'agenzia Invitalia il «bugiardino» tradotto in italiano della Pfizer perchè i medici possano avere un'informazione precisa sugli effetti collaterali della profilassi e i moduli per il consenso informato. In «costruzione» anche l'infrastruttura tecnologica che permetterà di controllare le fasi della somministrazione, la farmacosorveglianza e l'immunovigilanza.
Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, due giorni fa aveva messo in guardia rispetto alla adesione dei medici alla campagna, ipotizzando «una forte resistenza: «se arriviamo al 50% è da stappare delle bottiglie, anche se è pochissimo». Di parere opposto Andrea Gori, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico, che sostiene invece che «l'adesione sarà fortissima. Intanto mai come quest'anno c'è stata una richiesta di vaccinazione anti influenzale tra il personale medico e sanitario, ma soprattutto, il primo dovere di un medico o di un infermiere è non trasmettere il Covid ai propri pazienti. Il coronavirus è una malattia subdola perchè la percentuale degli asintomatici è altissima, pari al 70 per cento circa. Al netto del fatto che ci sarà certamente una quota di scettici anche tra i medici, credo che prevarrà il senso di responsabilità verso gli altri».
Il secondo step della campagna interesserà gli over 80, i cronici, gli over 60, le forze dell'ordine, il personale scolastico e dei servizi essenziali e dovrebbe partire a metà aprile.
Per questo si stanno arruolando 3mila medici e 12mila infermieri su tutto il territorio che andranno a comporre le «squadre» che vaccineranno la popolazione. In questa seconda fase saranno coinvolti anche medici di base, medici militari, operatori sanitari Più complessa l'organizzazione perchè si ricorrerà a strutture esterne agli ospedali.
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