Quei 7mila euro in busta che potrebbero sparire

Il Comune rassicura che non ci saranno tagli ma la nuova legge lega gli stipendi alla produttività

I milanesi sperano che la vertenza tra i vigili milanesi e la giunta Pisapia trovi una soluzione affidata al senso di responsabilità ed alla capacità contrattuale delle parti ma di certo la partita è complessa, ancor più di quanto non lo fosse quando sindaco era Gabriele Albertini. Allora le insoddisfazioni furono in qualche modo assorbite riconoscendo ai vigili un livello di inquadramento superiore nel contratto nazionale cui fece seguito un accordo decentrato mentre oggi la partita si gioca sulla condivisione di un nuovo modello contrattuale. Il Comune, che deve applicare una legge entro fine anno, segnala il rischio che i lavoratori siano chiamati a restituire somme percepite con le vecchie regole ma nello stesso tempo sostiene che non intende tagliare le retribuzioni né mettere in discussione il contratto decentrato, ma solo cambiare le modalità di erogazione dei fondi. Le organizzazioni sindacali non si fidano (stiamo parlando di valori annui tra 5700 e 7300 euro circa) perché le modalità non sono ancora chiare. E' evidente che se il monte retributivo rimane inalterato, poiché il salario accessorio deve essere legato non solo alla presenza ma anche al raggiungimento di obiettivi prefissati, le retribuzioni complessive dei singoli potrebbero variare in aumento o in diminuzione. La questione è delicata perché da una parte sta un principio largamente condiviso per cui deve esistere un rapporto tra retribuzione e responsabilità, professionalità ed efficienza della prestazione di ogni lavoratore, ma dall'altra mancano ancora criteri applicativi trasparenti. Sarebbe sbagliato attribuire al numero delle contravvenzione un peso rilevante come indice di «produttività». Ma pesa ancor di più il clima di incomprensione profonda tra le parti in cui è precipitata la vertenza. Da qui due riflessioni. La prima è che la polizia municipale, soprattutto nelle grandi città, è una realtà particolare che va governata per le sue peculiarità su cui fonda un rapporto fiduciario importante con i cittadini. La mobilità, il controllo degli esercizi e delle attività economiche, le emergenze di ogni tipo, la sicurezza e l'ordine pubblico (ai vigili è stato assegnato un ruolo ausiliare nello sgombero delle case occupate), lo stesso ruolo che i vigili potrebbero assumere a sostegno della lotta all'evasione nel momento in cui si amplia la potestà impositiva degli enti locali, fanno del corpo di polizia municipale (soprattutto a Milano) un soggetto collettivo che dovrebbe essere regolato da un sistema contrattuale specifico e fortemente decentrato. La seconda riflessione riguarda le forme di lotta. E' vero che esistono regole, tra cui la precettazione del prefetto, cui le istituzioni possono ricorrere.

Ma è giusto chiedere anche ai vigili un utilizzo equilibrato del loro potere contrattuale.

Non si sa cosa accadrà se la polizia municipale non sarà presente allo stadio o alla Scala ma forse sarebbe utile spiegare ai cittadini le ragioni vere di questo conflitto.

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