Quei ristoranti da... «compasso d'oro»

Da Armani a Zero, ecco i locali i divenuti icona di progettazione

Maurizio Bertera

La capitale del design è (ora più che mai) anche la capitale del wine & food. Sarà che i due mondi sono meno autoreferenziali della moda, sarà che Expo 2015 è stato determinante in questo senso, sarà che quanti gravitano sotto la Madonnina sono notoriamente sensibili al mangiare fuori, sta di fatto che nella Milano dell'ultimo triennio non passa settimana senza l'apertura di uno o due locali, grandi e piccoli che siano. E il design sta recitando un ruolo da protagonista, non solo perché l'occhio vuole la sua parte ma per la piena consapevolezza dei patron (chef e non solo) che l'ambiente esalta la cucina o comunque funge da richiamo per il pubblico. Fortunatamente, sono sempre meno i nuovi locali «d'effetto» dove la cucina non è all'altezza o è proprio un elemento secondario.

Come si può mangiare bene anche in posti con scarsa attenzione allo stile e sono tanti,- o in ambienti che meriterebbero un restyling. In ogni caso, per chi arriva nella città dei Navigli durante il Salone del Mobile (ma anche per quei milanesi che non li conoscono ancora), non c'è occasione migliore di questa per un tour fra design e food. Abbiamo scelto quindici locali, a nostro sindacabilissimo giudizio, in base a tre elementi: la personalità, la buona cucina e la «gioventù» nel senso che le aperture più vecchie sono datate estate 2013 e non hanno perso smalto. Questo non toglie valore a posti belli, di classe o particolari, che hanno qualche stagione in più ma restano al top, lo ripetiamo per location e qualità della cucina. Pensiamo all'Armani Ristorante che può fregiarsi della stella Michelin e al sempre elegante e ora più informale Trussardi Alla Scala, al primo piano del palazzo del brand, ovviamente in Piazza della Scala. O ancora lo Zero Contemporary Food (ristorante giapponese firmato da Dordoni Associati, per la cronaca) in Corso Magenta 87, che resta una delle eccellenze non standardizzata di etnico in Italia. Poi L'Aromando Bistrot (in via Pietro Moscati 13) che in netto anticipo sui tempi ha lanciato il vintage autentico ed estremo anni '50 e '60.

E infine l'Unico Milano, al 20° piano del WJC al Portello, con il suo mood internazionale e la vista più alta sulla città. La buona notizia? E' che nonostante ci sia già l'imbarazzo della scelta, il meglio del design per i ristoranti deve ancora venire.

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