Il campo minato delle strade meneghine. Starete pensando alla schiera di telecamere e autovelox – di vecchia e nuova installazione – disseminate qua e là e che fanno di Milano la città d’Italia dove si multa di più. A proposito, piccolo inciso d’obbligo: nel solo 2014, come svelato da un’inchiesta de IlSole24ore, il comune ha incamerato 140.533.504,41 euro grazie alle contravvenzioni, per una media a patentato di 176.48 euro. Capito come la giunta Pisapia fa cassa?
Comunque, vi sbagliate: questa volta l’implacabile occhio elettronico e la raffica di sanzioni non c’entrano niente. Il nemico è l’asfalto (che non c’è più).
Il nemico sono le centinaia di buche – anche profonde diversi centimetri – che bisogna schivare da buon slalomista gigante ogni volta che ci si mette al volante o, peggio ancora, si sta al manubrio di una bici o di una moto. Per non parlare, poi, dei chilometri e chilometri di binari inutilizzati, nemici numero uno di cicli e motocicli, spesso in devastante combo con il pavé dissestato. La centralissima via San Vittore ne è esempio. E l’amministrazione che si sbandiera amica dei ciclisti forse tanto amica non è.
Quindi, oltre ad essere la capitale indiscussa delle multe, Milano, visto quanto si ritrova bucherellata, presenta una serie candidatura a capitale delle buche. Tante, troppe e – non raramente – troppo profonde. Basta, come abbiamo fatto, fare un giro per la città per fotografare il degrado e la pericolosità delle strade, ridotte a una colabrodo.
Oltre dissestamenti vari, ecco spaccature e cavità che, fortuna per noi, erano visibili grazie alla giornata di sole – e all’aver vagato con la luce del giorno –, ma che diventano trappoloni non appena piove e si fa sera.
E il numero di buche rilevate in poche ore, vagando a zonzo, grida vendetta. Barona, ex Fiera, Portello, Lotto, Wagner, San Vittore e Carrobbio le zone perlustrate. Chissà a passare palmo a palmo la città quante se ne possono trovare.
Chi di dovere non se ne occupa abbastanza, se non quando si sfiorano tragedie come quella di quest’estate in corso di Porta Romana, dove si aprì una voragine profonda metri. Basta un temporale per frantumare l’asfalto e ritrovarsi crateri in mezzo alla carreggiata.
Quegli stessi cittadini che si ritrovano multati a gogò farebbero volentieri lo stesso con il comune per ogni falla che trovano. Ma possono solamente organizzarsi usando utilissimi blog o applicazioni che segnalano dove ci sono le spaccature, con tanto di livello di pericolosità. Un passaparola dal basso che si sostituisce a quello che dovrebbe essere un dovere del comune che, invece, si preoccupa solamente di rattoppare in superficie e alla buona con una colata di asfalto. Quando una manutenzione fatta come si deve richiederebbe un’analisi del sottofondo, per verificare eventuali cedimenti dagli strati più bassi così da ricucire la ferita bene e una volta soltanto. Sarebbe anche più economico.
Dei danni, a cose e persone, è responsabile l’amministrazione pubblica, ma per ottenere un rimborso l’iter, neanche a dirlo, è lungo e costoso, per cui molti lasciano perdere. Chi, causa buca, fa un incidente può presentare una denuncia al Comune, alla Provincia o all’ente proprietario della strada (dimostrando la propria condotta esemplare e il nesso causa-effetto).
Vi dovesse capitare, come prima cosa contattate le forze dell’ordine, per un verbale in loco. Poi, fotografate i danni e la buca non segnalata che vi ha fatto sbandare, dunque inviate la richiesta di risarcimento del danno all’ente locale proprietario della strada (di solito è il comune) con tanto di preventivo dei danni. Se Comune ed impresa esecutrice dei lavori non si rimpallano per anni la responsabilità, e voi tenete duro, potete vincere.
Ma visto che prevenire è meglio che curare, e che il progetto “Ambrogio” di decoro urbano inaugurato da tempo dal comune ha le sue evidenti falle, nel nostro piccolo abbiamo segnalato a Palazzo Marino quanto registrato durante il sopralluogo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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