Delusa dal Tribunale di Monza che aveva deciso l'affidamento congiunto del figlio a entrambi i genitori, una donna russa di 32 anni ha fatto perdere le sue tracce insieme al suo bimbo di cinque. Dopo due giorni passati insieme infatti la madre avrebbe dovuto riportare il piccolo al padre, dove il giudice aveva deciso vivesse, ma non si è più fatta viva. E ora è ricercata dalle forze dell'ordine, con l'accusa di sottrazione di minore, anche se si tema sia già tornata in Russia dove avrebbe fatto perdere le proprie tracce.
Un matrimonio finito male, finito in Tribunale chiamato a decidere del divorzio e dell'affidamento del piccolo nato combattuto tra la mamma di origine russa e il papà, un 40enne italiano di Biassono. La decisione del Giudice e Presidente del Tribunale, Anna Maria Di Oreste, al termine delle valutazioni di rito circa le migliori condizioni per la crescita del minore, aveva però disposto l'affidamento congiunto del bambino alla coppia. Stabilendo che il piccolo rimanesse a vivere con il padre per poi passare i fine settimana con la madre.
Ma la donna, da anni residente in Italia, aveva fin da subito manifestato forte dissenso per la decisione del Tribunale, non lasciando comunque prevedere quello che, allo stato attuale dei fatti, appare un rapimento in piena regola. Domenica sera, al termine dei due giorni in cui il bambino della coppia aveva diritto a stare con lei, madre e figlio non hanno fatto rientro a casa del padre, dove erano attesi per l'ora di cena. Dopo qualche ora, il padre del piccolo ha denunciato la scomparsa ai carabinieri che, a loro volta, hanno informato la Procura di Monza.
Ad oggi non si hanno notizie del piccolo e di sua madre, la quale sarebbe scomparsa anche in compagnia della nonna, anch'essa irreperibile proprio da domenica sera. L'ipotesi di reato contestata dal pm Alessandro Peprè, coordinatore delle indagini, è sottrazione di minore.
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