Renzi «stalker» di questa città ma non la ama

di Federica Venni

La settimana della moda è finita, ma le passerelle a Milano non chiudono. Sono quelle del governo che non perde occasione per lanciare i suoi spot da quella che Matteo Renzi ha più volte definito la «città di riferimento per l'Italia nel mondo». L'ultimo show lo hanno messo in scena ieri il sindaco Beppe Sala e il ministro Marianna Madia. Obiettivo della visita a Palazzo Marino della titolare della Pubblica amministrazione era quello di annunciare 450 assunzioni a tempo indeterminato per le educatrici di asili nido e scuole materne: non nuovi contratti, ma semplice stabilizzazione di altrettanti precari. Fondi da Roma: zero. Vien da chiedersi, perciò, cosa ci facesse la Madia in una conferenza stampa come tante. Perché se ogni volta che un provvedimento promosso da Roma che ha ricadute sugli enti locali viene chiamato un ministro a presentarlo, questi non avrebbe più il tempo di fare il suo mestiere. Una non-notizia, dunque, un semplice assist per fare un po' di pubblicità alla riforma dalla Pa e ad un Sala che eleva ad «opportunità storiche» decisioni di ordinaria amministrazione. Quella di ieri è stata soltanto la terza tappa di questa maratona Roma-Milano al limite dello «stalking» - parole di Renzi - avviata appena terminate le ferie. Solo un paio di settimane fa il premier ha confezionato un evento in grande stile per firmare il «Patto per Milano»: un annuncificio da 2 miliardi e mezzo di euro che alla voce di spesa «risorse nazionali» prevede soltanto 138 milioni di fondi per il biennio 2016-2018. Il resto è a carico del Comune e, soprattutto, dei Fondi europei che, vista la capacità di impiego e spesa del nostro Paese, sono poco più che fuffa. Non contento, settimana scorsa, dopo il pranzo di apertura della settimana della moda, il premier, accompagnato dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, ha presentato l'ennesimo progetto a favor di tweet: «Industria 4.0». E questa mattina sarà al Piccolo teatro insieme al ministro Maurizio Martina per presentare il decreto sul famigerato Human Technopole, il grande polo scientifico che sorgerà sull'area Expo. È la fiera dei progetti futuribili e squattrinati sullo sfondo della quale restano inaffrontate, addirittura snobbate, le uniche questioni degne di attenzione: l'arrivo dei nuovi vigili promessi in campagna elettorale («vedremo nei prossimi giorni con Pinotti e Alfano» ha preso tempo Sala) e l'emergenza profughi. Renzi passeggia ormai a cadenza settimanale tra le vie di una città che ospita oggi nelle sue strutture 3.680 profughi. Numeri allarmanti sui quali al presidente del consiglio è scappata poco più che una battuta. Pierfrancesco Majorino ha più volte fatto la voce grossa a suon di comunicati, ma si è fermato lì. Sala ha mandato una timida letterina via Repubblica tramite cui ha chiesto «un cambio di passo a livello nazionale».

Evidentemente can che abbaia non morde, tanto che Renzi tra le righe ha risposto così: «Non ha un carattere di immediata urgenza per domani mattina, è una questione da affrontare tutti insieme per il 2017». Certo, prima bisogna sfilare alla Fashion Week: è questione di priorità.

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