Il risiko degli ospedali tra medici positivi e reparti "convertiti"

Niguarda, Sacco, Santi e Policlinico: c'è chi opera la domenica e chi riduce gli interventi

Il risiko degli ospedali tra medici positivi  e reparti "convertiti"

Centinaia di medici in quarantena, pazienti che arrivano in ospedale per un incidente o un infarto e si scoprono positivi, personale impegnato in attività di screening e nella campagna vaccinale. E ricoverati Covid che continuano ad aumentare. Sono queste le problematiche che si trovano ad affrontare ogni giorno, da qualche settimana a questa parte, i direttori sanitari degli ospedali. La continua riorganizzazione dei reparti e il piano malattie dei dipendenti per cercare di far quadrare i conti. Martedì la direzione generale Welfare ha invitato tutte la Asst a una «rimodulazione dell'attività di ricovero programmato e differibile al fine di garantire la disponibilità di posti letto per pazienti affetti da Covid». A fonte di 3.317 ricoveri in area medica e 253 in rianimazione di ieri. «Ogni struttura amplierà gradualmente la disponibilità dei letti Covid, considerata anche l'elevata percentuale di pazienti asintomatici ma incidentalmente positivi al test che necessitano di ricovero per altra causa. Allo stesso tempo dovranno essere garantiti posti letto di area medica per pazienti che necessitano di ricovero in ambiente internistico, ma che risultano negativi al test molecolare». Per «dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid la Lombardia ha chiesto al Ministero della Salute di «non conteggiare come ricoveri dovuti al coronavirus i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi».

Ecco quindi che è partito il risiko in ogni ospedale per fare spazio a tutti: aumentare i percorsi per i pazienti infetti, anche se non malati, per i malati Covid in aumento e spazi puliti separati per chi ha bisogno di cure ma è negativo. Niguarda e Policlinico sono impegnati nella riapertura dei primi due moduli dell'ospedale in Fiera per pazienti Covid che necessitano di terapia intensiva e ossigenazione. Il che significa dirottare risorse preziose, in termini di personale, per l'attività specialistica. Il Grande Ospedale Metropolitano per altro si trova a fare i conti con 250 sanitari in quarantena, cui si aggiungono gli operatori impegnati nell'attività di screening da un migliaio di tamponi al giorno e nel centro vaccinale. La direzione sanitaria sta valutando se ridurre di un terzo la programmazione degli interventi differibili. Stessa situazione all'Asst dei Santi: alla quota di operatori sanitari in quarantena, infatti, si aggiungono medici e infermieri dirottati sui 4 hub vaccinali, oltre ai due centri tamponi. Anche qui si sono ridotte le sale operatorie, fatto salvo che per esempio si opera la domenica per garantire il massimo delle prestazioni possibili. Così ieri l'Asst ha aperto 9 posti letto Covid nell'area ostetrica donne incinte che si scoprono positive al momento del parto. Per il resto a oggi nei due presidi si contano 171 ricoveri Covid (di cui 14 in rianimazione) contro 400 pazienti in area medica per altre patologie, di cui 14 in terapia intensiva. Al San Carlo è operativo un reparto di rianimazione Covid con 14 posti, un reparto di pneumoCovid subintensivo. Al San Paolo due reparti di Malattie infettive Covid e un reparto di medicina dedicata a patologie lievi. Presso l'Asst Fatebenefratelli Sacco per far fronte all'attuale situazione pandemica sono stati riconvertiti alcuni reparti per intensità di cure, prevalentemente presso il Sacco. Attualmente sono ricoverati 193 pazienti nei reparti Covid di cui 15 in terapia intensiva. A fronte dei 273 dipendenti in quarantena di cui 235 operatori sanitari, su un totale di 5.500 dipendenti «alcune attività chirurgiche differibili (day surgery, week surgery) sono state sospese, mente gli interventi di emergenza e urgenza e quelli di priorità indifferibile continuano, come sempre, ad essere garantite» fanno sapere dall'Asst. Leggermente diversa la situazione al Policlinico, uno dei 5 hub Covid della Lombardia che non ha mai dismesso i percorsi Covid, così al padiglione Sacco è stato istituito un reparto per i pazienti affetti da «long Covid».

Attualmente sono ricoverati 60 pazienti Covid di cui 16 in terapia intensiva, gli altri 40 sono ospitati in reparti a bassa intensità di cura che contano 900 letti complessivamente. Sono una cinquantina i sanitari in quarantena su 5mila dipendenti per cui si è provveduto a contrarre del 25 per cento la programmazione degli interventi differibili per tenere libere le rianimazioni.

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