Hanno lanciato una petizione sul sito del Comune e in tre giorni hanno raccolto un migliaio di firme. Sono le mamme e i papà infuriati con il Comune perchè a settembre non verrà ripristinato il servizio dopo scuola nei nidi e nella materne, le famiglie dovranno ritirare i bimbi entro le 16.30 senza possibilità di allungare l'orario fino alle 18, anche se il piano di vaccinazioni procede spedito e dopo le ferie sarà praticamente completato e gli uffici (compreso il Comune, per dire) stanno riducendo via via la possibilità di lavorare in smart working, in autunno potrebbe essere un'eccezione. Palazzo Marino si trincera dietro alle disposizioni governative del «Piano scuola» che impongono di organizzare le sezioni in «bolle» isolate che non possono entrare in contatto tra di loro, ma i genitori che hanno aperto la pagina Facebook «Ripristino post scuola Milano» e lanciato la consultazione on line precisano che sul post scuola la norma parla del mantenimento di gruppi stabili «laddove possibile», tant'è che in altri Comuni neanche durante l'anno scorso il servizio è stato sospeso. L'assessorato all'Educazione ha risposto alle proteste che sono allo studio «strade alternative» e che conta di poter dare «un riscontro prima della fine dell'anno educativo» ma la situazione è troppo fumosa. Oltre ai problemi organizzativi fare a meno del dopo scuola richiederà anche un sforzo economico pesante, «al nido la rata massima è già di 465 euro - fa presente Chiara Gialusa, tra i promotori della petizione -, basti pensare a chi ha due figli e deve recuperarli entrambi entro le 16.30, in asili diversi, senza poter contare sui nonni. Una grossa spesa in baby sitter, c'è chi sarà costretta a chiedere il part time. Il sindaco Sala anche di recente ha ammesso che le donne hanno pagato il peso più alto della pandemia a livello occupazionale ma non ci mette in condizione di lavorare». Nella petizione chiedono di creare una «bolla post scuola», assumere educatrici o ricorrere a cooperative, «è un servizio essenziale».
Il consigliere di Forza Italia Gianluca Comazzi chiede a Sala di «ascoltare l'appello di migliaia di cittadini. Da settembre molti genitori riprenderanno a lavorare in presenza e il mancato ripristino del dopo scuola arrecherà enormi disagi, dovranno ricorrere a permessi lavorativi o appoggiarsi ai nonni, sempre che questo sia possibile. Non si capisce l'esitazione a fronte di tanti altri Comuni che hanno già garantito l'erogazione del servizio, nel pieno rispetto del Piano Scuola Nazionale». Il «numero di studenti che frequentano le scuole milanesi o le dimensioni del Comune non possono diventare pretesti per giustificare la pigrizia organizzativa della giunta. Trovo meschino - conclude Comazzi - che in una mail di risposta ai firmatari dell'appello il Comune abbia sottolineato di non aver aumentato le rette e garantito la gratuità del servizio post scuola. Sarebbe stato assurdo il contrario, ovvero accollare alle famiglie in difficoltà le conseguenze della pandemia».
Anche il consigliere Fi Alessandro De Chirico ha già pronto un question time da presentare in aula, sottolineando che anche «per i centri estivi che partiranno a luglio il concetto di bolla non sarà rispettato, verranno accorpati bimbi provenienti da sezioni e anche da scuole diverse» e chiedendo di dare «entro il 30 giugno risposte certe alle famiglie». Il carico più importate «graverebbe sulle spalle delle donne».
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