Il più mattiniero è stato Matteo Salvini. Poco dopo le 9 del mattino ha votato al seggio di via Martinetti, zona Bande Nere, lanciando un pronostico (nonostante il silenzio elettorale): «Conto che la Lega sia una forza parlamentare sul podio: prima, seconda o terza al massimo. Gioco per vincere, non per partecipare». E «da domani basta chiacchiere, dagli impegni si passa ai fatti, Milano. «Da domani basta chiacchiere e dagli impegni si passa ai fatti, noi abbiamo le idee chiare. Quando gli italiani votano il voto è sacro». Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi arriva invece intorno a mezzogiorno in auto con la compagna Marta Fascina al seggio di via Ruffini, a pochi metri dalla basilica di Santa Maria delle Grazie. Trova ad attenderlo parlamentari ed esponenti locali azzurri - da Licia Ronzulli a Cristina Rossello, Alessandro Cattaneo, Matteo Perego di Cremnago, Gianluca Comazzi, Valentina Aprea, Enrico Pianetta -, giovani di Fi, una folla di curiosi e i «disturbatori» de Le Iene che, dopo le polemiche sul «Bella ciao» che Laura Pausini non ha voluto cantare durante un show tv invitano il Cav a intonarne un pezzo. «Non posso, sarei criticatissimo - risponde -. All'inizio era una bella canzone, adesso francamente credo che sia usata come canzone di sinistra». I supporter lo incitano: «Non mollare mai, ti amiamo». Berlusconi fa la coda davanti alla sezione al secondo piano, racconta a chi lo salute che ha «una gamba che non va, fatto un volo di 5 metri, potevo uccidermi», apprezza che «ci sia tanta gente, bravi, è la prima volta che vedo la fila per votare». E sottolinea che «non c'è nessuno di questi leader in campo che abbia mai lavorato, per chi votiamo - stuzzica -? Rimango solo io che ho lavorato, il cretino sono io». Lo ripete più tardi agli azzurri con cui si riunisce per un veloce aperitivo dopo il voto, al bar Tommasi in piazza Giovine Italia. «In questa campagna, dei leader in campo nessuno ha mai lavorato. Il lavoro è importante per fare proposte sensate». Chiede ai suoi i pronostici si dice «convinto che supereremo il 10%. Se succede organizziamo una cena da me ad Arcore». Di un'altra cosa è convinto, « «voglio più voti della Lega - dice a chi gli siede vicino -. Con il Carroccio noi andiamo d'accordissimo perché io ho nutrito un'amicizia fruttuosa con Salvini, che è una brava persona, ma ha bisogno di essere un po' inquadrato. Anche lui non ha lavorato mai. Io sono in campo per dare insieme a Fi un contributo determinante e fare il regista del prossimo governo». Aggiunge che «i leader devono spuntare da soli, in generale nel mondo c'è carenza di leader». Prima di allontanarsi, qualche battuta sul Monza calcio («con il nuovo allenatore credo che potrà dare di più. Quand'ero al Milan per 30 anni mi sentivo con tutti gli allenatori un giorno sì e uno no»), un brindisi («vi auguro di realizzare tutti i sogni e desideri che avete nella vita») e i selfie con i giovani.
Il sindaco Beppe Sala vota invece al solito seggio, il liceo Parini in via Goito, anche se ha cambiato da poco indirizzo. Alle 14 e trenta può commentare il primo dato dell'affluenza che a MIlano è di tre punti superiore rispetto alle Politiche del 2018. «Non di tantissimo, però è un po' migliorata - afferma -. Credo che l'unico augurio che possiamo farci in questa giornata è che vadano a votare più persone possibili. A me sta a cuore che vadano soprattutto i giovani perchè , in chiaro che e in ballo una votazione e un momento storico per loro.
A me sta a cuore soprattutto che i giovani vadano a votare, perché è chiaro che è in ballo una votazione, un momento storico importante per loro». Ma il risultato nella notte darà un'indicazione chiara anche alla sinistra, specie in vista delle Regionali che si giocano tra pochi mesi.
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