Rapallo me genuit, parafrasando Publio Virgilio Marone, però ha anche altri meriti per il Viaggiatore Goloso. Ed è un piacere, tra nostalgia e curiosità, tornare per un weekend rivierasco in questa città cosmopolita, internazionale, che ha ospitato scrittori, poeti, compositori e dove, nel 1920 e nel 1922, vennero conclusi i due importanti trattati che chiusero i residui contenziosi della Prima Guerra Mondiale. Forse, anzi quasi sicuramente, i diplomatici facevano una pausa da Canepa, bar-pasticceria classe 1860. Nata come drogheria di una volta, di quelle cantate da Paolo Conte, Canepa è l'ideale per una colazione o una merenda. Specialità della casa i Cubeletti, dolci di pasta frolla ripieni con marmellata di mele cotogne.
Poco più in là, sotto i portici, ecco la fragrante focaccia, e tutti gli altri lievitati, delle Pellegrine. Le Pellegrine non ci sono più, la fugassa sì. Possiamo portarcela vista mare, dai cannoni, davanti al Castello al centro del golfo. Venne edificato in seguito alla scorreria dell'ammiraglio-pirata - dipende dal punto di vista - turco Dragut che, il 4 luglio del 1549, saccheggiò il saccheggiatile e rapì 20 fanciulle. Sarebbero state 21, ma Bartolomeo Maggiocco, «bun pescou», come dice la canzone, affrontò i saraceni salvando la sua amata. Viene ricordato con il dipinto di Giovanni Grifo nella sala del Consiglio Comunale e con un via a lui dedicata. I lavori di costruzione del maniero subirono qualche intoppo. Gli abitanti litigarono su chi, come e quanto dovesse cacciare le «palanche».
A metà in via Mazzini, «carrigiu dritu», che drittissimo poi non è, Parla Come Mangi è enoteca-bottega di Guido Porrati, autentico rabdomante del gusto: oltre 1000 etichette di vino e distillati, salumi e formaggi dei migliori artigiani e dei presidi slow food, sfiziosità. Poco distante, nella piazzetta del mercato, Dasso è il marchio della pasta fresca, gnocchi, ravioli, pansotti.
Basta parlare, a tavola da Bansin (classe 1907). Era il soprannome di Amedeo Macchiavello, il fondatore. Bansin vuol bilancino e Amedeo era precisissimo, non ti regalava nulla. Per la farinata la coda è lunga da Ernest Hemingway, inviato speciale per i trattati, a Ezra Pound che abitava poco distante. Oltre alla farinata, tutti i piatti genovesi, specialità lo stocche accomodou, stoccafisso con pinoli, patate e olive.
Ristorati, affrontiamo la salita al Santuario di Montallegro. A piedi, come veri pellegrini, con la funivia o in auto. Il Santuario, uno dei luoghi mariani più importanti della Liguria, sorge a 600 metri sul crinale del monte che quando la Madonna apparve al contadino Giovanni Chichizola, 2 luglio 1557, si chiamava Mons Leti, Monte della Morte. Da quel giorno fu Mons Laetus, appunto. La facciata marmorea di fine Ottocento è dall'architetto Revelli, le volte sono affrescate da Nicolò Barabino. Alle pareti centinaia di ex voto, di tutti i tipi. In una sala attigua, dal soffitto penzola un coccodrillo arrivato dall'Amazzonia.
Destinazione San Massimo. In questa zona dell'entroterra dio Rapallo sorgono i ruderi dell'abbazia di Valle Christi, in stile gotico francese, con un'unica navata. Per quattrocento anni fu ospitò le suore, Cistercensi e poi Clarisse. Fu sconsacrato nel 1568 e finì utilizzato per scopi abitativi e agricoli. Questa cornice affascinante ora ospita rappresentazioni e spettacoli.
U Giancu è il soprannome di Ernesto Oneto che nel 1960 rilevò la vecchia osteria di paese. Suo figlio Fausto lo ha fatto conoscere non solo per la cucina, dal prebuggiun ai pansotti, dal minestrone alle focaccette col formaggio, dalle insalate di stagione ai funghi e, di recente, per la birra del microbirrificio Galhop, ma anche per i fumetti. Stanno ovunque, nell'arredamento a tema del giardino, alle pareti, nei quadri disegnati dai più grandi fumettisti, e perfino sui numerosi cappellini che Fausto cambia durante la cena. Ogni anno ospita il «Premio U Giancu», il trofeo è un Pulcinella disegnato da Lele Luzzati.
Sempre in zona, prima di ripartire da questo weekend rapallese, facciamo scorta di formaggi (e altro, miele, olio) all'azienda agricola Dolce Fiorita, di Simone e Laura Altemani: caprini, primosale e stracchino (freschi); caciotta dolce e il Nerello, formaggio di capra affinato nella cenere (stagionati). Arrivederci, Rapallo golosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.