Sarah Moon da Armani e Balla da Biagiotti Quando in passerella la moda sposa l'arte

La fotografa in mostra al Silos ed Etro festeggia i suoi 50 anni al Mudec

Sarah Moon da Armani e Balla da Biagiotti Quando in passerella la moda sposa l'arte

Katia Noventa

La moda ha siglato da tempo un binomio inscindibile con l'arte. Così come Milano è sempre più città di cultura e in questa settimana di passerelle del made in Italy ecco che, inevitabilmente, si crea uno stretto rapporto tra Milano/moda/arte/cultura, come se queste quattro parole fossero ormai legate da un filo conduttore che le porta a elevare sia la qualità delle collezioni che delle proposte espositive. Tanti gli eventi e le inaugurazioni. Come quella della fotografa Sarah Moon che nell'Arrmani Silos con la mostra «From one season to another». Stile ed eleganza senza tempo. «Questo è ciò che mi affascina del lavoro di Sarah Moon - dice Giorgio Armani - Siamo spiriti affini e ho lavorato con lei scoprendo una reciproca propensione per la semplicità come lingua forte e potente. Sono orgoglioso di ospitare questa mostra: le immagini di Sarah Moon dialogano meravigliosamente con la nuda solidità dello spazio». L'esposizione (170 immagini di piccolo e grande formato, a colori e in bianco e nero, un vasto numero di opere che ripercorrono 40 anni di carriera dalla metà degli anni Settanta al 2018) offre una panoramica particolarmente ricca.

Per festeggiare i primi 50 anni Etro sceglie il Mudec. In mostra la storia dell'azienda fondata nel 1968 da Gerolamo Etro e oggi in mano alla seconda generazione con i quattro figli: Jacopo direttore creativo della parte tessile e casa, Kean e Veronica a presidiare menswear e il womenswear e Ippolito alla gestione strategica. Alcuni pezzi delle collezioni personali di famiglia (maschere di guerra, libri antichi e oggetti collezionati durante i viaggi) interagiscono con le opere d'arte presenti permanentemente nella sede espositiva. Le fronde di un gigantesco albero accolgono il visitatore, mentre una sorta di spina dorsale senza soluzione di continuità attraversa 5 stanze, ignorando idealmente i confini, costruendo con 50 capi un percorso analogico e stilistico formato dagli abiti delle diverse collezioni.

C'è Giacomo Balla nei vestiti, sulla passerella e sullo sfondo della collezione di Laura Biagiotti. D'altronde la Fondazione Biagiotti Cigna raccoglie oltre 200 opere del maestro futurista. «Ho mutuato da mia madre Laura spiega Lavinia Biagiotti presidente e ceo del marchio - la passione per il Futurismo e per Balla, per i colori e le forme energizzanti, per le geniali intuizioni avanguardiste».

Ed è un mix perfetto tra disegni geometrici anni 60 e fiori da tappezzeria anni '50 la doppia proposta di Nap Atelier. L'arte qui sta nella penna magica di Darling Mind, straordinaria disegnatrice di paesaggi legati alla natura e di figure romboidali dove gioca con il colore e di Stefania Passera. Insieme hanno creato un brand dove tessuti, moda e arredamento vanno di pari passo. Anche certi accessori sembrano opere d'arte. Come le borse di Visone con stampa d'ispirazione surrealista e ricami astratti che ricordano Dalì.

Fila, storico marchio, si presenta alla Triennale con «Tutti in FILA»,

percorso visivo che mostra l'evoluzione dello stile nella successione delle campagne pubblicitarie e delle immagini d'archivio. I video dell'archivio del museo Fila di Biella sono un vero patrimonio storico per il brand.

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