Scintille sulla sicurezza. Per Sala è un disco rotto. Bernardo: "Più divise"

Il sindaco assume sotto elezioni 500 vigili. E lo sfidante: "Periferia non è tagliare nastri"

Scintille sulla sicurezza. Per Sala è un disco rotto. Bernardo: "Più divise"

«I dati della criminalità oggi sono in riduzione ma il problema vero è la percezione della non sicurezza, per le persone sembra invincibile, noi questo lo combatteremo». Il candidato sindaco del centrodestra Luca Bernardo torna a battere il tasto, due giorni fa ha elogiato il modello «Strade sicure» dell'ex sindaco Letizia Moratti che garantì una presenza massiccia di forze dell'ordine e militari in città. Ieri ha ribadito, prima al gazebo di Fdi in piazza San Carlo e poi al corso di comunicazione elettorale per i candidati leghisti al Palazzo delle Stelline, che se sarà eletto i milanesi torneranno a vedere più divise in giro. Anche dei vigili, che «volevano lavorare in strada durante la pandemia ma non gli è stato permesso, Beppe Sala li ha tenuti in smart working». Dopo le piste ciclabili il sicurezza accende scintille tra il sindaco uscente e Bernardo. Sala è arrivato ieri intorno a mezzogiorno a un gazebo Pd al mercato di via Osoppo. «Dopo la verifica fatta con il Bilancio e la direzione generale del Comune - premette - ho annunciato in tempi non sospetti, due mesi fa, che assumeremo 500 vigili». Non propriamente non sospetti, come sottolinea lo sfidante: «Credo che ce ne vorranno più di 500 - precisa Bernardo - e Sala è arrivato un po' tardi, sotto elezioni». Nel ping pong delle dichiarazioni a distanza Sala prova a smontare il mito della Milano governata da Moratti e Albertini e il problema sicurezza: «Le battaglie del centrodestra sono le stesse di 5, 10, 15 anni fa. È una nostalgia pelosa dei tempi che furono, sempre le stesse parole d'ordine, non sta venendo fuori un'idea che guarda avanti. Dire che la città è insicura è come dire che ogni tanto piove. Se la gente pensa che i problemi siano le piste e la sicurezza, allora è giusto che vincano loro, per me le priorità sono sviluppo, creare lavoro, un nuovo ambientalismo. Noi siamo la città del sì, e Milano oggi è meglio di 15 anni fa, non torniamo indietro». Dimentica (per dire) che lo skyline che da anni attrae i turisti e l'attenzione internazionali, da Porta Nuova a Citylife, è nato sotto le giunte Albertini e Moratti. Bernardo non sottovaluta la percezione della gente, «ci sono persone che hanno paura ad uscire di casa, la sicurezza è importante e servono più divise per la strada. Il centrodestra batte i soliti temi? E Sala cosa ha battuto in questi 5 anni? Il nulla. E soprattutto credo che conosca molto poco la periferia. Se il taglio di un nastro è andare in periferia e comprendere i problemi, quella non è la mia idea». Si differenziano pure sulla finale degli Europei: Sala la vedrà a casa con la compagna e i figli, lo sfidante ha accettato l'invito «di una famiglia che vive in periferia». Ne aspetta altri ad agosto, si prepara ad un tour nei quartieri, «farò un weekend di vacanza con la famiglia e poi chi avrà piacere di invitarmi in agosto io ci sono, in qualsiasi punto della città». Campagna forzata anche nel mese più caldo. Sala ha riunito venerdì il primo tavolo di coalizione e ha chiesto alle 7 liste di fare iniziative e gazebo anche ad agosto, «il Pd ha garantito un appuntamento al giorno - dice -, non si deve pensare che la campagna sarà a settembre». Bernardo promette che «a differenza di Sala» se sarà eletto si concentrerà anche sulla Città metropolitana, che salverà il pavè e che in caso di sconfitta resterà in aula a fare opposizione.

Ma è ottimista («li vedo nervosi dall'altra parte») e venerdì alle 11.30 è fissato il lancio della candidatura con i big, è atteso Silvio Berlusconi (ma è più probabile che per Fi ci sia il coordinatore Antonio Tajani), Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Maurizio Lupi e Giovanni Toti.

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