Sta facendo discutere nelle ultime ore una notizia che arriva da Milano, dove la società proprietaria di un immobile ha inviato una diffida per impedire che uno degli alberghi individuati dalla Regione Lombardia per ospitare le persone risultate positive al Coronavirus, e bisognose di un luogo in cui trascorrere il periodo di quarantena, diventasse un Covid-hotel.
Da settimane la Regione e l'Ats lavorano incessantemente per trovare delle strutture adatte ad accogliere quei cittadini positivi al Coronavirus e quindi costretti a restare in isolamento. Oltre ai pazienti, i cosiddetti "Covid-hotel" devono aprire le porte anche a medici e personale sanitario, che si recano sul posto per prestare le cure necessarie a chi ne ha bisogno. Proprio in questi giorni, l'Ats locale stava cercando di concludere un accordo con "King-Mokinba hotels srl" per ottenere una delle sue strutture, ossia il "King Hotel" sito in corso Magenta 19. Lo stesso gruppo societario aveva già concesso uno dei suoi edifici per ospitare pazienti Covid. Stavolta però, come riferisce il "Corriere della Sera", qualcosa è andato storto. Giovedì 26 novembre sia il direttore della Ats che l'assessore regionale alla Sanità hanno ricevuto un'email che li ha letteralmente lasciati di stucco per il suo contenuto. La missiva, inviata da un importante studio legale, era una diffida in cui si chiedeva di arrestare il processo di trasformazione della struttura in Covid-hotel. La ragione? "L’hotel si trova in diretta adiacenza ad altre attività e immobili residenziali che potranno risentire negativamente della presenza di soggetti ad alto rischio contagio, ovvero portatori di malattia". Questa la spiegazione addotta dalla società "Denas srl". Una notifica di sfratto sarebbe tra l'altro già stata inoltrata alla struttura ricettiva.
Insomma, siamo arrivati a questo. Non si tratta certo dell'unico esempio. Da quando è cominciata l'epidemia segnalazioni di diffidenza nei confronti di malati, contagiati ed operatori sanitari sono arrivate un po' da tutto lo Stivale.
Dal canto suo, spiega il "Corriere", la società immobiliare ha motivato la disdetta del contratto d’affitto con l'hotel parlando di una rata non pagata. Pietro Longhini, legale che rappresenta la società dell'albergo, ha invece spiegato:"Il supposto consenso della proprietà, al di là di ogni valutazione, che ci asteniamo dallo svolgere, di morale collettiva ed etica sociale, non è richiesto né tantomeno dovuto, né in base alla convenzione, né in base al contratto di locazione". Tra l'altro, fanno sapere dall'hotel, la rata contestata è stata poi pagata, dunque è tutto in regola e la società può concedere la struttura all'Ats.
Un modo, fra l'altro, per dare lavoro al personale in ginocchio a causa della crisi.Quanto alla questione contagi, al momento non si sono verificati casi di trasmissione del virus in strutture adiacenti a Covid-hotel, stando almeno a quanto riferito dal quotidiano.
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