Fermato per le aggressioni, ma nega: "Ero lì per guardare..."

Il 18enne egiziano fermato dalla polizia si dice innocente ed estraneo alle molestie in Duomo a capodanno; i genitori difendono il 21enne fermato a Torino

Fermato per le aggressioni, ma nega: "Ero lì per guardare..."

Il 18enne di origine egiziana fermato nella notte a Milano per le molestie di gruppo in piazza del Duomo a capodanno si trova ora rinchiuso nel carcere di San Vittore e da qui si difende, dichiarando di essere completamente estraneo ai fatti. Dice di non aver "fatto niente" e di non aver "toccato" le ragazze. Interrogato da remoto dal gip Raffaella Mascarino, il 18enne, con il supporto dell'interprete, ha raccontato di aver visto la gente prima accalcata e poi di aver corso solo per guardare.

Al gip ha detto di essere "un bravo ragazzo", che ha "sempre lavorato". Quel 31 dicembre dice di aver raggiunto da solo piazza del Duomo, dove poi avrebbe incontrato alcune persone che conosceva, compresi alcuni amici. In merito alle molestie denunciate da 9 ragazze e per le quali lui si trova al momento in carcere, il 18enne ha detto di aver visto solo "in lontananza" le ragazze aggredite all'angolo con via Mazzini. Quindi, ha raccontato di aver visto "altre persone" che hanno accerchiato quelle ragazze e di aver visto, poi, che era arrivata la polizia e gli aggressori si erano sparpagliati, mentre una "ragazza vestita di rosso" era a terra.

Il giovane è assistito dall'avvocato Jacopo Viola, che dopo l'interrogatorio di convalida con il gip ha dichiarato: "Ha risposto alle domande, ma è una situazione delicata che coinvolge uno appena maggiorenne e non entro nel merito. Posso dire che ha avuto un atteggiamento collaborativo con il giudice, ha ammesso di essere in piazza ma ha respinto le accuse. Ho chiesto i domiciliari". La decisione del gip arriverà tra domani e venerdì. Il ragazzo vive con il padre in via Bovio a Milano, zona Comasina, ed è qui che sarebbe stato fermato dalla polizia.

Intanto, un altro ragazzo di 21 anni, Abdallah B., è stato fermato dalle forze dell'ordine a Torino per quanto accaduto a Milano la notte di capodanno. "Nostro figlio è un bravo ragazzo, non ha fatto nulla. Lasciateci in pace o chiamiamo i carabinieri", dicono al citofono della loro abitazione nella periferia nord di Torino i genitori del 21enne, italiano di seconda generazione di origine nordafricana.

La pensano diversamente gli inquirenti, che nel decreto scrivono che il 21enne "ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo, inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo". Nel decreto non ci sono dubbi a sottolineare "la spiccata pericolosità del soggetto, che, se lasciato in libertà, potrebbe compiere altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza d'intimidazione del violento gruppo di cui fa parte".

Nel decreto di fermo della procura di Milano eseguito all'alba dalla polizia di Stato nel capoluogo lombardo e a Torino si legge che i due giovani fermati oggi per le pesanti violenze di piazza del Duomo a Milano, non solo hanno agito con modalità da

"branco" ma hanno anche "aggredito le persone offese utilizzandole a proprio piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona".

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