Statua contro Montanelli messa nei suoi Giardini

Nonostante l'allarme i centri sociali hanno agito indisturbati. Fdi: "Sanno di avere buoni appoggi"

Statua contro Montanelli messa nei suoi Giardini

«Speriamo che questa statua resti dov'è, che i giardini pubblici di Porta Venezia riprendano il nome originario e che smettano di essere intitolati a un pedofilo fascista»: il folle riferimento della attivista del centro sociale Cantiere è a Indro Montanelli. Ieri pomeriggio, sulla linea della campagna «Decolonize the city», il centro sociale ha inaugurato nel parco una statua dedicata a Thomas Sankara, rivoluzionario anti colonialista del Burkina Faso.

Il blitz segue quello in cui, alcuni giorni fa, corso Cristoforo Colombo è stato «ribattezzato» come «corso Resistenza Indigena». E la statua di Montanelli che si trova nei giardini era stata imbrattata a giugno da un gruppo di antagonisti. Il presidio di ieri pomeriggio, cui ha partecipato una trentina di persone, con banchetto e musica, era stato annunciato nelle ore precedenti sui canali social del Cantiere con questo proclama: «Ai giardini pubblici, vergognosamente rinominati Giardini Montanelli, che ospitano tuttora una statua dedicata a questo orrendo personaggio che difendeva la purezza della razza bianca, osannava il colonialismo, rivendicava la pratica del madamato comprandosi una bambina e abusando del suo corpo, installeremo una statua che parla di lotta al colonialismo, libertà e indipendenza, felicità dei popoli». La statua di Sankara, realizzata da un artista africano presente all'inaugurazione, è stata collocata e scoperta sul prato vicino all'ingresso di via Palestro, di fronte al Pac. Il monumento di Montanelli non è distante. Il personaggio scelto dai centri sociali è raffigurato con il pugno alzato, ai suoi piedi c'è una targa. Tutto è stato documentato in diretta Facebook durata circa un'ora. La polizia era presente per monitorare la situazione.

«Mi auguro - aveva dichiarato nelle ore precedenti l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato - che Prefetto, Questore e sindaco intervengano, ognuno nelle proprie prerogative, per impedire questo atto folle e fuori da qualsiasi regola». Cioè, lo «scempio» in cui i centri sociali «scimmiottano il movimento Black Lives Matter». E ieri, a cose fatte: gli attivisti «hanno agito indisturbati, con il volto nascosto dai passamontagna, e hanno persino trasmesso su Facebook la diretta di quanto stavano facendo. Con l'arroganza di chi è sicuro che nessuno li avrebbe contestati e che le forze dell'ordine non sarebbero intervenute per interrompere questo gesto illegale compiuto in un luogo pubblico». Infatti, conclude De Corato, «persino in piena emergenza Covid-19, le forze dell'ordine non sono intervenute».

Aggiunge Andrea Mascaretti, capogruppo di Fdi a Palazzo Marino: «La furia iconoclasta degli ultimi tempi continua in particolare nella nostra città, dove come già ampiamente denunciato purtroppo i centri sociali hanno capito di poter agire impuniti e ideologicamente sostenuti da parte di chi amministra Milano». Il consigliere chiede «che l'Amministrazione, provveda a far rispettare legge e regolamenti rimuovendo eventuali installazioni abusive».

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