Studenti con le valigie: tre giovani su quattro pronti a lasciare la città

Studenti con le valigie: tre giovani su quattro pronti a lasciare la città

Scarpe comode e valigia capiente: libri, dispense, statini universitari ripiegati con puntiglio. E soprattutto, la speranza che «dopo, quando sarò tornato, il mondo mi spalancherà le porte». Così immaginiamo gli studenti che lasciano casa e università per una «esperienza» (la definisce così, la generazione dei precari) oltre il confine nazionale. Ma se invece fosse solo il periodo in sé, l'incursione all'estero, il motivo per cui si parte? 60mila universitari italiani quest'anno hanno trascorso qualche mese di studio all'estero; 20mila col caro e vecchio progetto Erasmus. Milano ha voluto «guardarsi dentro» sull'argomento, svolgendo una ricerca con le sue sette università. I risultati? Secondo l'indagine di U4You, condotta da Dafina Dicheva e Luisa Negri (Gli studenti degli atenei milanesi e lo studio all'estero), l'università più interessata a ficcare il naso all'estero è la Bocconi, nella quale il 91% dei ragazzi aspira a viaggiare. Subito dopo il Politecnico (86%), IED (82%). All'ultimo posto gli studenti della Statale: il 60% di loro si sposterebbe volentieri per un corso all'estero ma, pur essendo la maggior parte, è il tasso di universitari meno propenso a viaggiare nella nostra città.
Cosa spinge gli studenti a emigrare per un po' di tempo? Secondo la ricerca, anzitutto la crescita individuale. Gli studenti, specialmente quelli di età compresa tra i 22 e i 23 anni (e spesso al secondo o al terzo anno della laurea triennale, o a un passo dalla laurea specialistica), ritengono quindi che «l'esperienza formativa» in un altro Paese avvicini più in fretta all'età adulta. Ma le mete più gettonate sono città che i ragazzi percepiscono sia come ricettacoli di opportunità per studio e lavoro, sia come luoghi divertenti e vivaci da esplorare. A città come Oxford, dunque, viene preferita Londra o, fuori dall'Europa, New York. Milano, che forma studenti autoctoni ma anche moltissimi pendolari e ragazzi provenienti dal sud, rappresenta un ponte culturale tra l'Italia e l'Europa; ma il livello di disinformazione degli studenti è alto anche qui. Il 64% degli 890 universitari si definisce «tendenzialmente poco informato» sulla prospettiva di un viaggio. Il giovane Francesco Varano, 22 anni, specializzando in Marketing a Birmingham (da studente della Bocconi) spiega che «nella maggior parte dei casi, a convincere gli studenti è l'apprendimento di una lingua straniera: su una scala da 1 a 9, il valore di questo obiettivo è ben 8,3». Segue a ruota la speranza di far brillare il curriculum: 7,4 su 9. Ma mai sottovalutare gli ostacoli. Le difficoltà economiche (7 punti su 9, nell'indagine su Milano), l'altissima competitività nel selezionare gli studenti per il viaggio (5,8) e la complessità della burocrazia (5,5) sono i principali disincentivi a fare le valigie. «Gli studenti – spiegano Luisa Negri e Dafina Dicheva - desiderano mettersi in gioco.

Visti i tagli all'istruzione e lo stato di incertezza dei contributi UE per i programmi Erasmus, abbiamo dato ai giovani e invitato le istituzioni a rimettere al centro questo tema fondamentale per le generazioni, attuali e future». Arrivederci o addio a Milano, dunque: speranze e dubbi in spalla, quel che conta è partire.

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