Ignazio La Russa: «Sui soldati si decida col referendum»

Intervista all'ex ministro della Difesa La Russa: «Le pattuglie nei quartieri? Lasciamo decidere i milanesi»

 Ignazio La Russa: «Sui soldati si decida col referendum»

Onorevole Ignazio La Russa, il sindaco Giuliano Pisapia dice che due anni fa chiese i militari per Milano, ma che fu il ministro della Difesa a non concederli. Quel ministro era lei.
«Mi dispiace molto constatare l'ignoranza di Pisapia. E lo dico proprio nel senso della voce del verbo ignorare».

Ignoranza di cosa?
«L'ignoranza della legge. E mi stupisce, perché Pisapia è un avvocato di cui ho molta stima e l'alternativa è che finga di ignorare. Sarebbe grave».

Veniamo al dunque.
«Per legge la decisione su dove e quanti militari mandare nelle singole città spetta al Comitato per l'ordine e la sicurezza che è presieduto dal ministro dell'Interno. Che, a quel tempo, era Roberto Maroni».

Vorrebbe dire che lei non c'entra proprio nulla?
«Pensi che io, per correttezza, volli mettere in quella legge che a rappresentare l'esercito non fosse il ministro, ma un generale. Pisapia se la rilegga bene quella legge».

Ora Pisapia vorrebbe i militari, ma solo nei presidi fissi come le chiese o le ambasciate.
«Pisapia deve sapere che i 3mila militari sono divisi in tre sottocontingenti: mille uomini per i centri di accoglienza per extracomunitari, mille per le postazioni fisse e mille per il pattugliamento a piedi dei quartieri a rischio».

E quindi?
«Non è che lui per far contenti i suoi amici può volere tutti quelli per le postazioni fisse e non gli altri. I contingenti vanno divisi».

Ma lui dice ancora che pattuglie a piedi non ne vuole.
«E io dico che è ora di essere più umili e abbandonare questi atteggiamenti pregiudizialmente ideologici nei confronti dei militari».

Cosa significa?
«Che l'operazione Strade sicure è stato un grande successo».

Con qualche polemica.
«Nessuna polemica. È provato che oltre a far diminuire i reati, aumentò e di molto la percezione della sicurezza. E per i cittadini la percezione è importantissima».

La sinistra che appoggia Pisapia dice che non si possono militarizzare le città.
«E allora facciano un referendum e chiedano ai milanesi se i militari li vogliono o no. Io sono sicuro che non avranno proprio il coraggio di farlo».

Ma Pisapia quei militari li ha chiesti o no?
«Prima ha negato l'utilità dei militari, poi ha detto che avrebbe fatto lui un progetto con la polizia e 500 vigili di quartiere».

E quindi?
«Dopo due anni non s'è visto nulla. E poi comunque i vigili hanno altre funzioni, non è certo la stessa cosa di una pattuglia con due militari e un poliziotto o carabiniere che girano a piedi. Quella è stata una grande innovazione».

Quindi lei dice il posto fisso non serve a nulla?
«È un'altra cosa, quello libera uomini delle forze dell'ordine da destinare ad altro. Il pattugliamento è ben più efficace».

Spieghi.
«Il posto fisso dà un punto di riferimento, è chiaro che camminare in tre a piedi significa coprire un raggio molto ampio. Neppure polizia e carabinieri lo fanno».

Dice che i militari sono meglio di carabinieri e polizia?
«Assolutamente no. Dico solo che il loro compito è di girare in auto e camminare a piedi ha un'altra efficacia. Oltre al fatto che ogni due militari che arrivano, polizia e carabinieri sono costretti a mettere a disposizione un terzo uomo per completare la pattuglia».

Perché Pispaia l'attacca?
«Non lo so. E mi dispiace che ricorra alla polemica in un momento di difficoltà in cui bisogna solo dare risposte ai milanesi».

I militari sono una risposta?
«Io dico solo che l'operazione “Strade sicure” è stata confermata dal governo Monti e da due ministri tecnici come il prefetto Rosanna Cancellieri e l'ammiraglio Giampaolo Di Paola. E allora Pisapia se la prenda con Maroni, Monti, Cancellieri e Di Paola».

Lei rifarebbe quella legge?
«Ma certo. E ricordo che tante città guidate da sindaci di sinistra facevano a gara per avere i militari. Penso a Padova con Flavio Zanonato che ora è diventato ministro. A Milano con Pisapia i militari calarono da 653 a 200».

Arriviamo allo spiacevole dunque. Lei crede che con i militari oggi non piangeremmo tre morti a picconate?
«Sarebbe superbia dirlo. Io però dico che Niguarda era uno dei quartieri pattugliati. Magari qualcuno lo avrebbe potuto fermare prima di due ore. O magari no».

Molti stanno attaccando Pisapia chiedendo più sicurezza.
«Avrete notato che per i miei canoni sono stato insolitamente silenzioso. Non ho avuto il cattivo gusto di parlare, ma adesso che Pisapia mi tira in ballo con cose inesatte, non ho proprio più potuto tacere».

E adesso?
«Lo

ripeto. Via i pregiudizi ideologi e il sindaco usi tutti i mezzi che le legge mette a disposizione per dare tranquillità ai cittadini».

A cominciare da dove?
«Dai militari di pattuglia nelle periferie».

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