Sono due gli agenti di polizia a risultare indagati per il suicidio del ladro algerino avvenuto all'interno della questura di Milano durante la scorsa domenica 23 agosto. Stando a quanto riferito da Agi, è il pubblico ministero Paola Pirotta ad indagare sulla condotta dei poliziotti che si sarebbero dovuti occupare di sorvegliare la stanza nella quale il nordafricano era stato condotto poco prima delle previste operazioni di fotosegnalamento.
I fatti risalgono alla tarda mattinata di domenica, quando il 42enne ed il complice, un marocchino di 23 anni, erano finiti negli uffici di via Fatebenefratelli con l'accusa di furto. I due malviventi magrebini erano stati colti con le mani nel sacco da una pattuglia della polizia di Stato, che li aveva sorpresi ad armeggiare tra alcune autovetture in sosta lungo via Felice Casati a Milano (zona Porta Venezia).
Dopo aver fermato i due ladri, gli agenti li avevano fatti salire a bordo della pantera e quindi condotti nei locali della questura per le consuete operazioni di identificazione e fotosegnalamento, al termine delle quali era comunque previsto il loro rilascio. L'algerino, privo di documenti di identificazione era personaggio già noto da tempo alle forze dell'ordine e con precedenti di polizia alle spalle.
Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l'uomo sarebbe stato lasciato da solo all'interno di una sala d'attesa per i fermati, dove si sarebbe quindi verificato il suo gesto estremo. Spogliatosi della maglietta che aveva indosso, l'avrebbe utilizzata per realizzare un rudimentale cappio da stringersi al collo. Dopo averne legato un'estremità alle grate della finestra della stanza in cui era stato chiuso in attesa del fotosegnalamento, il nordafricano si sarebbe quindi impiccato, togliendosi la vita. I poliziotti lo hanno trovato appeso alla grata dopo essere entrati con lo scopo di condurlo a svolgere le operazioni di identificazione e di denuncia. Inutile ogni tentativo di rianimazione effettuato sull'algerino dagli operatori di Areu, giunti in via Fatebenefratelli in codice rosso ed a sirene spiegate. Per il 42enne era ormai troppo tardi, pertanto i soccorritori hanno solo potuto constatarne il decesso. Un suicidio per il quale si sono avviate immediatamente le indagini, anche per il fatto che non se ne conoscono le motivazioni.
Le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza, che avrebbero ripreso l'arrivo del nordafricano e la sua permanenza nella stanza d'attesa, sono state subito a disposizione del pm Paola Pirotta, la prima ad effettuare un sopralluogo sulla scena. Per questo suicidio ora due agenti di polizia risultano iscritti nel registro degli indagati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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